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L’8 novembre del 1926 arrestato Antonio Gramsci Attualità 

L’8 novembre del 1926 arrestato Antonio Gramsci

L’8 novembre 1926, 95 anNi fa, Antonio Gramsci viene arrestato nella sua casa e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, nonostante l’immunità parlamentare di cui godeva in quanto eletto deputato nelle elezioni del 6 aprile 1924.

Trascorse alcuni anni al confino a Ustica, dove ritrovò, tra gli altri, Bordiga, poi il 7 febbraio 1927 fu detenuto nel carcere milanese di San Vittore dove mantenne i contatti con l’esterno grazie ai colloqui con la cognata Tatiana Schucht, essendo la moglie di Gramsci tornata in Urss.

Il 28 maggio 1928 di fronte al “Tribunale Speciale Fascista” istituiti l’anno prima iniziò il processo a 22 imputati comunisti, fra i quali Umberto Terracini, Mauro Scoccimarro e Giovanni Roveda. Il presidente del tribunale è un generale, Alessandro Saporiti, i giurati sono cinque consoli della milizia fascista, il relatore e l’accusatore e perfino l’avvocato sono tutti in uniforme; intorno all’aula, «un doppio cordone di militi in elmetto nero, il pugnale sul fianco ed i moschetti con la baionetta in canna». L’accusa contro Gramsci e gli altri è di attività cospirativa, istigazione alla guerra civile, apologia di reato e incitamento all’odio di classe.

Il 4 giugno Gramsci, venne condannato a venti anni, quattro mesi e cinque giorni di reclusione; il 19 luglio raggiunse il carcere di Turi, in provincia di Bari. Il pubblico ministero concluse la sua requisitoria con questa frase:: «Per vent’anni dobbiamo impedire a questo cervello di funzionare». Gramsci morirà il 27 aprile del 1937 a Roma.

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