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L’11 settembre di 20 anni fa il grave attentato alle Torri Gemelle con 3mila morti Attualità 

L’11 settembre di 20 anni fa il grave attentato alle Torri Gemelle con 3mila morti

Accadde oggi: erano le 14.45 dell’11 settembre 2001 in Italia quando il primo aereo si schiantò contro una delle torri del World Trade Center di New York, l’11 settembre 2001: un giorno che avrebbe condizionato i due decenni a venire con la caccia a Osama bin Laden e la guerra in Afghanistan. Venti anni fa la strage delle Torri Gemelle con il dirottamento di 4 aerei, quasi tremila vittime, il crollo dei due grattacieli di Manhattan, lo schianto di uno dei velivoli contro un fianco del Pentagono.
Gli attacchi terroristici  furono condotti da Al Quaeda. Il primo aereo, un Boeing 767 dell’American Airlines, viene dirottato con 76 passeggeri a bordo su Lower Manhattan e plana verso il World Trade center, il complesso di edifici che ospitava le Twin Towers. Centra la facciata della torre nord alle 8:46, le 14:46 in Italia. Iniziano le evacuazioni e i soccorsi ma nell’arco di 17 minuti un secondo Boeing 767, operato dalla United Airlines, si schianta sulla torre sud con 51 passeggeri a bordo. Nell’arco di meno di due ore crolleranno entrambe, uccidendo chi era rimasto incastrato nei piani più alti degli edifici, i soccorritori all’opera negli edifici e anche persone che si trovavano nei pressi degli edifici.

Alle 9:37, poco dopo lo schianto del secondo aereo sulla torre Sud, un Boeing 757 di American Airlines precipita sulla facciata ovest del Pentagono, la sede dell’esercito Usa. Pochi minuti dopo un altro Boeing avrebbe dovuto abbattersi sul Campidoglio, la sede del Congresso americano, ma alcuni dei 33 passeggeri sono insorti e hanno cercato di manomettere il piano dei terroristi. Precipita a sua volta alle 10:03 in Pennsylvania, a 200 chilometri in linea d’aria dall’obiettivo che avrebbe dovuto distruggere.

Il bilancio complessivo dell’attentato è di 2.977 vittime, con l’aggiunta dei 19 attentatori divisi fra i quattro aerei. In totale sono morte 2.606 persone solo fra le due torri gemelle, 246 passeggeri ospitati dai quattro voli (inclusi gli equipaggi) e 125 persone al Pentagono. Fra i soccorritori intervenuti a New York, il prezzo più alto è stato pagato dai vigili del fuoco del New York City Fire Department: 343 i pompieri caduti durante le operazioni di salvataggio dei cittadini. Secondo la ricostruzione del governo Usa, all’interno delle due torri si trovavano un totale di 17.400 persone: non è sopravvissuto nessuna fra quelle intrappolate nella piani più alti della torre Nord, sopra al punto esatto dello schianto dell’aereo, mentre 18 persone incastrate nella stessa condizione nella torre sud hanno scovato una via di fuga. L’attentato viene rivendicato da Al-Qaida, in arabo «la base», un’organizzazione terroristica sunnita capitanata da Osama Bin Laden: un fondamentalista saudita, figlio di un magnate delle costruzioni, diventato noto negli anni della guerra contro l’Unione sovietica in Afghanistan e poi fra i principali nemici pubblici degli Stati Uniti. La motivazione è il coinvolgimento degli Usa in conflitti «contro i musulmani», oltre al suo sostegno a Israele. I 19 jihadisti che eseguono l’attacco sono suddivisi in tre team da 5 persone e uno da quattro: 15 sono sauditi, due emiratini, uno egiziano e uno libanese. I terroristi che si occupano materialmente di dirottare l’aereo erano stati formati nell’aviazione negli Usa. In realtà tutti i quattro obiettivi dell’attentato ricoprivano un valore simbolico nella guerra di Al Qaida agli Usa. Il Pentagono è centro nevralgico del potere militare di Washington. Capitol Hill, l’unico dei quattro bersagli a uscire intonso, ospita il Congresso e quindi il potere legislativo degli Stati Uniti. Il caso delle Torri Gemelle è diventato sinonimo dell’intero attacco sia per il peso specifico sull’attentato, con le sue oltre 2.600 vittime, sia per l’ampia diffusa di testimonianze video e audio che immortalano la «ferita dell’Occidente» in una delle sue capitali morali, New York. Le twin towers, alte 417 e 415 metri, svettavano su Manhattan ed erano ospitate dal World Trade Centers, un complesso finanziario nel cuore della metropoli: una metafora del potere economico degli Usa e della globalizzazione, oltreché un luogo effettivo di scambi e operazioni miliardarie. L’attentato ha scatenato la reazione immediata degli Usa, con la guerra in Afghanistan per sradicare il regime dei Talebani (vicini ad Al Qaida) e neutralizzare lo stesso Bin Laden. L’intervento statunitense ha rovesciato il regime talebano, tornato alla ribalta esattamente due decenni dopo con l’addio delle truppa americane al paese nell’agosto 2021 e la riconquista di Kabul. Nel 2003, nel vivo della «Guerra al terrore» indetta dall’allora presidente George W. Bush, gli Usa guidano una coalizione internazionale in un secondo conflitto contro l’Iraq di Saddam Hussein (anche se non saranno provati legami con gli attacchi dell’11 settembre, né la presenza delle «armi chimiche» denunciate come una delle cause scatenanti dell’attacco).

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