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Inizia la sua carriera il robot avvocato L'Avvocato risponde 

Inizia la sua carriera il robot avvocato

Ben sappiamo che la professione di avvocato è una delle più delicate, perché deve far convivere conoscenze tecniche, aggiornamenti professionali e, soprattutto, capacità di interagire con chi ha una legittima aspettativa dalla Giustizia, spesso mortificata dal lento e farraginoso andazzo della macchina giudiziaria.

In alcuni paesi, come ad esempio l’America, l’avvocatura è considerata una forte corporazione, più di quanto non avvenga in Italia. Ecco perché, proprio dagli Stati Uniti, sta per partire un progetto che ha come obiettivo proprio quello di combattere le corporazioni, sconfiggere la burocrazia e semplificare l’attività giudiziaria, inerente la maggior parte dei reati minori: tutto ciò mettendo a disposizione di chiunque una specifica competenza di Intelligenza Artificiale.

L’idea dell’inventore di detto Androide – Avvocato, (che avrà il suo primo test in un aula di tribunale nel prossimo mese di febbraio nello stato dell’Oregon), è quella di far sottrarre dalle esose parcelle degli avvocati d’oltremare, coloro che avranno a che fare con la Giustizia, in riferimento alle fattispecie di reati minimali.

La considerazione di base è che molti legali svolgono un tipo di attività ripetitiva, risolta quasi sempre con un copia-incolla di documenti, a cui bisogna cambiare solo il nome dell’imputato. Il software dell’ ingegnoso informatico sarà in grado di ascoltare la formulazione del problema giuridico dallo smartphone, valutare sulla base delle normative vigenti, confrontando con la giurisprudenza delle pregresse sentenze, per emettere, infine, il suggerimento sulla linea difensiva da seguire.

In una frazione di secondo potrà consultare tutte le leggi e le sentenze esistenti in memoria consegnando, in tempo reale, una valutazione tecnico giuridica del problema legale. Tempi duri per l’avvocatura!

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