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Il 31 gennaio 1854 muore a Torino lo scrittore e patriota Silvio Pellico Attualità 

Il 31 gennaio 1854 muore a Torino lo scrittore e patriota Silvio Pellico

Accadde oggi; muore a Torino il 31 gennaio 1854 Silvio Pellico che fu grande scrittore, poeta e patriota italiano. Aveva ricevuto una educazione cattolica. Dopo gli studi a Pinerolo e Torino, Silvio si è trasferito a Lione, in Francia, per fare pratica nel settore commerciale con lo zio. E’ tornato in Italia nel 1809 e si è stabilito a Milano con la famiglia, dove ha trovato lavoro come insegnante di francese presso il Collegio Militare. Ha frequentato Vincenzo Monti e Ugo Foscolo  ed ha iniziato a scrivere tragedie in versi di stile classico, come Laodamia (1813) ed Eufemio di Messina. Dopo la caduta del regime napoleonico, nel 1814, ha perso la cattedra di francese. Il 18 agosto 1815 è stata rappresentata a Milano la sua tragedia Francesca da RiminiHa lavorato presso alcune famiglie come precettore. Ha stretto relazioni con diverse personalità della cultura europea, come Madame de StaelFriedrich von SchlegelFederico Confalonieri e Giovanni Berchet. E’ stato redattore e direttore della rivista Il Concoliatore, fondata nel 1818. Insieme a diversi suoi amici, faceva parte della setta segreta dei “Federati”. Scoperti dalla polizia austriaca, il 13 ottobre 1820 è stato arrestato insieme a Piero Maroncelli, Melchiorre Gioia e altri esponenti del gruppo. E’ stato condotto nella prigione dei Piombi di Venezia, dove il 21 febbraio 1822 è stato condannato a morte, ma la pena è stata commutata in 15 anni di carcere duro, da scontarsi nella fortezza di Spielberg a Brno in Moravia. Ha vissuto in carcere per 10 lunghi anni. Esperienza che è alla base della sua opera più famosa, Le mie prigioni. Dopo la liberazione ha scritto le Memorie dopo la scarcerazione, ma il testo è andato perduto. Nel 1830 è tornato libero ed ha pubblicato altre tragedieGismonda da MendrisioLeonieroErodiade, Tommaso Moro e Corradino. E’ stato assunto come segretario e bibliotecario di Giulia Colbert Faletti ed è rimasto a Palazzo Barolo, a Torino, fino alla morte. Travagliato da problemi familiari e fisici, negli ultimi anni della sua vita aveva interrotto la produzione letteraria. Dopo la sua morte è stato sepolto nel Cimitero monumentale di Torino.

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