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Il 27 novembre di 117 anni fa a Torino nacque la Lancia Attualità 

Il 27 novembre di 117 anni fa a Torino nacque la Lancia

Accadde oggi: era il 27 novembre del 1906, 117 anni fa, quando a Torino viene fondata la Lancia  da Vincenzo Lancia (ex collaudatore ed ex pilota Fiat) e dall’amico Claudio Fogolin. Il mitico stemma contraddistinto dal volante e dalla bandiera – adottato, con varie modifiche, per oltre un secolo – viene creato dal conte Carlo Biscaretti di Ruffia, futuro fondatore del Museo dell’Automobile di Torino.

Famoso per essere un pilota delle vetture Fiat agli inizi del ‘900, Vincenzo Lancia aveva ben pensato di sfruttare la fama del suo nome per vendere automobili dallo stile unico, con il primo prototipo che veniva presentato nel 1907 con non poche difficoltà – un incendio nello stesso anno aveva infatti danneggiato macchinari e distrutto disegni e bozzetti.
Nel 1908 il debutto al Salone dell’automobile di Torino con la Lancia 12 HP, dal telaio basso e leggero, con motore 4 cilindri biblocco da 2,5 litri capace di spingere la vettura fino a 90 km/h. Una storia dunque ultracentenaria quella del marchio Lancia, del quale oggi vogliamo rimarcare i passaggi chiave per vedere dov’è arrivato oggi – e se ci sono possibilità di riscatto nel prossimo futuro.

Il brand Lancia è riuscito a sopravvivere a ben due guerre mondiali. Dal 1907 al 1918 sono state 3.380 le vetture prodotte, con il modello “di punta” che si può individuare nella Lancia Theta con 1.696 unità. Un nome greco che indica una politica ben precisa all’interno dell’azienda: la prima 12 HP veniva infatti chiamata Alfa, la 18/24 HP Dialfa, mentre la 15/20 HP era la Beta. Un’idea che si è poi sedimentata nel tempo, sempre nel primo decennio di storia abbiamo la Lancia Gamma, le Delta-Didelta (con il nome Delta che come si sa sarà poi ripreso inmodo alquanto glorioso ), la Epsilon e la Eta. Questa particolarità verrà utilizzata da Lancia anche negli anni che vanno dal 1919 al 1945. Con 66.202 unità prodotte in questo complesso periodo (a livello storico e politico, intendiamo), troviamo vetture come la Lancia Kappa e la Lambda. La svolta a livello “commerciale” arriva invece nel 1931, con Lancia che per la prima volta abbandona la nomenclatura greca per creare la Artena, una berlina offerta addirittura in due telai differenti: a 4 luci e 4-5 posti, a 6 luci e 6-7 posti, una variante – questa – antesignana di quelle auto che oggi chiameremmo forse “crossover” in termini di dimensioni. Abbandonata la numerazione greca, nel 1933 arrivava la famosa Lancia Augusta, un modello capace di dare filo da torcere alla più blasonata Fiat Balilla, vero e proprio simbolo di quegli anni, anche se la Augusta riusciva a distinguersi per qualità e stile, arrivando non a caso a costare 19.500 lire, quasi il doppio rispetto a una Balilla da 10.800 lire.

Gli anni della Seconda Guerra Mondiale hanno visto l’arrivo sul mercato anche delle Lancia Aprilia e Ardea, prima che la società venisse travolta da importanti problemi a livello dirigenziale. Gli anni ’50 e ’60 significano soprattutto Lancia Aurelia e Appia, mentre in parallelo il nome Lancia si faceva sempre più strada nel mondo delle competizioni. La vera epoca chiave nella storia della Lancia si sviluppa però fra gli anni ’70 e ’90. Nel 1969 infatti il marchio passa – per mancanza di risorse economiche e impossibilità di investire su nuove tecnologie – alla Fiat di casa Agnellii. L’ingresso in gioco del colosso torinese significa in quegli anni Lancia Prisma e Dedra, modelli di alta gamma che ancora oggi vengono ricordati con estremo affetto. Sono anche gli anni della nuova Lanzia Delta, compatta, riveduta e corretta, destinata lungo tutti gli anni ’80 e i primi ’90 (anche se il mito dura ancora oggi) a diventare una vera e propria leggenda – anche grazie ai successi nel mondo delle competizioni. La Delta HF Integrale (e tutte le sue “evoluzioni” successive) è ancora oggi considerata una delle migliori auto italiane mai create.

Oltre il mondo della sportività, il brand ha puntato ancora più in alto in quanto a stile ed eleganza con la Lancia Thema, disegnata da Giorgetto Giugiaro e simbolo assoluto di design e comfort. Una vettura che negli anni ’90 è stata anche impiegata in ambito statale come “auto blu”, cosa che l’ha elevata ulteriormente a status symbol di quel periodo. Dopo il 1994 però la gloria dell’azienda inizia pian piano a diventare più sbiadita, le vendite – anche grazie alla concorrenza straniera sempre più aggressiva – calano drasticamente, motivo per cui gli anni 2000 trasformano completamente la società. Si tenta infatti di rilanciare le sorti Lancia con la monovolume Phedra, con la berlina Lybra, l’unico modello a prendere realmente piede è però la “Epsilon”, che sopravvive ancora oggi. Un successo commerciale che ha però significato la decadenza assoluta del classico DNA Lancia: con un singolo modello si è detto addio alla sportività, all’eleganza, al prestigio, riconvertendo tutto in una citycar che prometteva di essere un gradino sopra alle rivali economiche Fiat in termini di qualità, ma poco altro. Oggi la piccola Ypsilon è l’unica vettura presente a listino Lancia dopo decenni di competizione commerciale ad alti livelli; rinnovata in modo corposo per l’ultima volta nel 2011, la piccola di casa potrebbe rappresentare il testamento dell’azienda così come il simbolo di rilancio, magari in versione 100% elettrica facendo da apripista ad altri modelli di segmento maggiore e più performanti, in grado di ravvivare lo spirito Lancia in un settore premium.

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