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Il 13 luglio 1814 Vittorio Emanuele I istituisce l’Arma dei Carabinieri Attualità 

Il 13 luglio 1814 Vittorio Emanuele I istituisce l’Arma dei Carabinieri

Accadde oggi, era il 13 luglio del 1814 quando con il Regio Decreto  Vittorio Emanuele I istituiva il Corpo dei Carabinieri Reali, strutturato sul modello delle gendarmerie che i francesi avevano costituito in Italia. Questi corpi avevano dato ottima prova di saper assolvere a quei compiti ora affidati ai carabinieri.

Vista la carenza di personale che rispondesse ai requisiti richiesti, si dovette, per forza di cose inserire, oltre agli ex-gendarmi al servizio francese, anche parte del personale dalla gendarmeria del Regno Italico e non solo, quindi nell’insieme il corpo risultò piuttosto eterogeneo.

 

Il re rifiutò comunque la denominazione di gendarmeria, perché gli ricordava l’occupazione francese del suo stato, accettò invece quella di carabinieri reali, un corpo presente nelle antiche istituzioni militari Sabaude, anche se con poche analogie con la nuova struttura. Le convulse vicende storiche di quegli anni, con il ritorno di Napoleone ed i cento giorni, misero in gran scompiglio tutti i progetti di restaurazione, la fase di transizione si prolungava.

Finalmente nel novembre del 1815 la forza del corpo era portata a 1200 uomini di cui 490 a piedi e 610 a cavallo, con 100 ufficiali, comandante era il conte Carlo Lodi di Carpiglio.

 

Il 1° novembre del 1816 assumeva il comando il marchese Giovanni Battista d’Oncieux de la Bathie.

 

Come stabilito dalle Regie Patenti del 15 ottobre 1816 e la determinazione del successivo novembre, la forza era nuovamente  incrementata, portandola a 2068 uomini inclusi gli ufficiali, gli uomini erano ripartiti in 6 divisioni, 19 compagnie, 33 luogotenenze, 355 stazioni. Da questo momento il corpo acquista una sua propria fisionomia che lo rendeva inconfondibile.

 

Vista la consistenza ormai raggiunta dal corpo, il 1° ottobre 1820 veniva pubblicato il primo regolamento di esercizi ad uso esclusivo dei carabinieri, il manuale trattava anche delle scorte d’onore e di sicurezza da effettuare per i membri della famiglia reale. I moti del 1821, con la richiesta di costituzione da parte dei rivoltosi destabilizzava la situazione, Vittorio Emanuele I, che aveva dato la sua parola alle potenze alleate, di mai concedere la costituzione, preferiva abdicare in favore di Carlo Felice, in assenza del designato, il giovane Carlo Alberto assumeva la reggenza e concedeva la costituzione, ma sarà ritirata dal nuovo sovrano. La situazione tornava alla normalità con la forza , a cui seguirono repressioni, epurazioni e condanne.

Il 12 ottobre 1822 Regie Patenti definivano gli aspetti istitutivi e le prerogative dell’Arma, il 16 ottobre erano stabilite le attribuzioni, questi provvedimenti rappresentavano i fondamenti della struttura dei carabinieri reali, e determinavano tra l’altro, l’assorbimento del Corpo dei Cacciatori di Sardegna con un conseguente aumento della forza, il totale degli uomini era portato a 3100, di cui 2024 a piedi, 876 a cavallo, 100 allievi e 100 ufficiali. Nel 1823 finalmente il governo austriaco, firmata una convenzione con il Piemonte, decideva di iniziare lo sgombero delle sue truppe dai territori del regno di Sardegna. Nel 1831, morto Carlo Felice, saliva al trono Carlo Alberto, iniziava così un nuovo ciclo storico, il re prese particolarmente a cuore le esigenze del suo esercito, intanto, il 9 febbraio 1832, le due divisioni nell?Arma in Sardegna erano soppresse, il successivo 3 marzo, al loro posto era istituito il Corpo politico dei Cavalleggeri di Sardegna, su sei squadroni, se ne costituirono però solo quattro, i due previsti per la terra ferma non furono attivati. Nel 1833 era pubblicato un nuovo regolamento sulle uniformi delle truppe sarde, naturalmente i carabinieri avevano il loro posto. L’uniforme prescritta in questo documento era già all’80% come l’attuale grande uniforme. Nel 1843, ulteriori provvedimenti diramati dal ministro della Guerra, rimodernavano e miglioravano la tenuta delle truppe, sparivano così gli abiti a code, retaggio dell’epoca napoleonica ed erano sostituiti dalle tuniche a doppio petto. Solo i carabinieri mantenevano l’abito a code con le guarnizioni rosse,  pennacchio rosso e blu colori di Savoia e alamari argento, distintivo della loro prerogativa di corpo reale. Con questa divisa i carabinieri si trovarono sui campi di battaglia delle nostre campagne per l’indipendenza.

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