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FURTO, BORSEGGIO, SCIPPO E RAPINA. DIFFERENZE E NORMATIVA L'Avvocato risponde 

FURTO, BORSEGGIO, SCIPPO E RAPINA. DIFFERENZE E NORMATIVA

Proprio di ieri, sulle pagine di cronaca di questo giornale, la notizia dell’arresto di una borseggiatrice che, a seguito del reato, ha anche attuato un illecito uso delle carte di credito rubate. Purtroppo questa notizia non è un fatto isolato, e sempre più spesso si incontrano tali personaggi, soprattutto all’interno dei supermercati e dei mezzi pubblici di trasporto.
È diventata una vera e propria piaga, diffusa su tutto il territorio nazionale, ed appaiono impossibilitate a risolvere il problema, tutte le norme che il nostro codice prevede a salvaguardia di tali illeciti.

Il reato di furto è punito, ai sensi dell’articolo 624 c.p. con la reclusione fino a 3 anni e con la multa fino a €500.
Ma vi sono delle differenze per quanto riguarda i reati di furto, scippo, borseggio e rapina.

L’ultima è quella che più si differenzia dalle altre, perché configura minaccia esplicita e violenza sulle persone o sulle cose. In questo caso la pena prevista e della reclusione fino a 10 anni e di una multa fino a €2.500!

Se la violenza è commessa con l’uso di armi o da persone che fanno parte della criminalità organizzata, sono previste aggravanti che rendono le pene molto più gravose.
Il furto è tale se viene rubata una cosa in assenza del legittimo proprietario, lo scippo prevede un’azione di repentina sottrazione del bene dalle mani del “preso di mira”, mentre il borseggio si configura quando viene posta in essere una sottrazione, con abilità, dalle tasche o dalla borsa del malcapitato “cliente”.

La Cassazione, con sentenza 34090/2017, ha sancito proprio la destrezza come specifica aggravante del reato di borseggio, con aumento della punibilità fino a 7 anni di reclusione e della multa fino ad €1.500!

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