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Divorzia dopo 23 anni e viene anche licenziata Cronaca Primo piano 

Divorzia dopo 23 anni e viene anche licenziata

Dopo 23 anni di matrimonio e uniti sia nella vita che nel lavoro la donna, che oggi ha 53 anni, per vivere e per mantenere i figli deve trovarsi un altro lavoro.

Lui, titolare di una piccola azienda di surgelati operante a Salerno, ha «impiegato» la coniuge come contabile all’interno dell’attività di famiglia ma con la separazione è arrivato anche il licenziamento.

A quel punto la ex moglie si è accontentata di un accordo siglato in sede di separazione: all’ex marito è andata la casa, all’interno della quale vive con i due figli, e alla moglie un assegno di 200 euro mensili.

Un accordo durato davvero poco perchè, in sede di divorzio, il coniuge ha chiesto e ottenuto la revoca del mantenimento rifacendosi al nuovo orientamento sancito dalla Cassazione che ha rivoluzionato il diritto di famiglia in tema di riconoscimento dell’assegno divorzile stabilendo che «il rapporto matrimoniale, con il divorzio, si estingue definitivamente sul piano dello status personale dei coniugi che tornano persone singole sicché vengono a cessare anche tutti i rapporti patrimoniali tra di loro basati sul principio di solidarietà che, pur non venendo meno nella fase della separazione, si interrompono completamente in quello di divorzio».

L’orientamento che si basava sul principio che il divorziato non può mantenere lo stesso tenore di vita matrimoniale, non essendo più questo principio «in linea con gli effetti giuridici del divorzio ovvero l’estinzione del rapporto matrimoniale, non solo personale ma anche economico – patrimoniale», sta diventando una legge con la conseguenza che ormai quasi tutti i tribunali stanno cominciando a negare l’assegno di mantenimento alle donne in fase di divorzio.

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