You are here
DI FRONTE ALL’ITALIA INTERA CONFESSO CHE HO PECCATO! L'Avvocato risponde 

DI FRONTE ALL’ITALIA INTERA CONFESSO CHE HO PECCATO!

Alla luce di recenti avvenimenti che hanno sollecitato l’opinione pubblica, intrecciati tra “gossip e politica”, con l’avvocato Simone Labonia approfondiamo, solo a scopo didascalico, quali siano i reali risvolti nell’ammettere le proprie colpe.

La confessione spontanea, nel contesto penale, rappresenta un atto volontario con il quale l’imputato riconosce la propria responsabilità nei fatti a lui attribuiti. Da un punto di vista sociale, tale gesto può essere percepito come un tentativo di redenzione o riconciliazione con la collettività, in quanto rappresenta un’assunzione di responsabilità e spesso un primo passo verso un possibile risarcimento morale o materiale. Questa decisione può suscitare sentimenti di empatia o rispetto, soprattutto in una società che valorizza la sincerità e il pentimento. Tuttavia, l’opinione pubblica può reagire in modo diverso a seconda della gravità del crimine e delle circostanze della confessione.

Dal punto di vista penale, la confessione ha rilevanza sia sotto il profilo della prova che sotto quello delle attenuanti. La giurisprudenza della Corte di Cassazione ha più volte ribadito come la confessione debba essere spontanea e veritiera per poter essere considerata utile ai fini di una riduzione della pena. In particolare, la Suprema Corte ha chiarito che la confessione deve essere corroborata da altri elementi probatori, poiché da sola non è sufficiente per emettere una condanna.

Uno degli effetti principali è la possibilità di ottenere una riduzione della pena, come previsto dal Codice Penale, che include la confessione tra le circostanze attenuanti generiche. L’ordinamento italiano riconosce che il reo che confessa dimostra una cooperazione con la giustizia e una volontà di riparazione, elementi che possono giustificare una mitigazione della sanzione.

Tuttavia, non ogni confessione garantisce automaticamente tali benefici. La Cassazione ha stabilito che, affinché sia valutata come attenuante, la confessione deve intervenire in una fase del processo in cui risulti utile all’accertamento dei fatti.

In buona sostanza, pur avendo un rilevante impatto sociale come espressione di pentimento, viene valutata in ambito penale sulla base della sua utilità concreta per l’accertamento della verità e per la sua tempestività.
La giurisprudenza della Cassazione è chiara nel considerarla un elemento importante, ma non sufficiente, per determinare una riduzione della pena.

Per il caso specifico, che ha dato origine a questo nostro approfondimento, restiamo dubbiosi sull’effetto che il gesto può produrre sulla ormai “scafata” pubblica opinione!
Ormai le fiction sono diventate parte integrante della vita di ogni giorno, ma abbiamo la speranza che la gente abbia sufficienti capacità di valutazione, per scindere il vero dal falso: pur se è diventata un’operazione molto complicata!

scritto da 







Related posts