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Crisi ospedali Cilento e Diano, Gasparri chiede l’intervento del ministro Attualità Provincia Provincia e Regione 

Crisi ospedali Cilento e Diano, Gasparri chiede l’intervento del ministro

Interrogazione del vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri al ministro della Salute Orazio Schillaci per sapere quali iniziative intenda predisporre per il SAUT di Bellosguardo e per la trasformazione dell’ospedale di Roccadaspide in ospedale di comunità, se vi sia un reale rischio di ridimensionamento del SAUT di Gioi Cilento, quali provvedimenti siano stati adottati o si voglia adottare per risolvere il problema della carenza di personale nei plessi ospedalieri di Sapri, Vallo della Lucania, Agropoli, Roccadaspide e Polla e quali iniziative si intenda mettere in campo riguardo all’organizzazione estiva del servizio di Guardia Medica e dei presidi del 118 su questi territori.

Da diverso tempo il Cilento, in maniera particolare le aree interne, ed il Vallo di Diano versano in una situazione estremamente precaria a causa sia della carenza di personale medico ed infermieristico, sia della riorganizzazione sanitaria, che prevede tagli nell’emergenza per quanto riguarda le piccole realtà; l’ultima notizia, in ordine di tempo, riguarda il SAUT (servizio assistenza e urgenza territoriale) di Bellosguardo – spiega Gasparri -. Nei giorni scorsi la ASL ha deciso di trasferire i medici ivi presenti nel presidio PSAUT di Capaccio Paestum, togliendo assistenza medica alle aree interne. Nessun medico potrà assistere i cittadini residenti nel comprensorio degli Alburni. Questi ultimi avranno nella postazione di Bellosguardo solamente un autista e un infermiere; per quanto riguarda la Valle del Calore si è assistito prima al trasferimento di medici, con la conseguente chiusura di diversi ambulatori, poi alla sua trasformazione in ospedale di comunità“.

L’ospedale di Roccadaspide, come riferito dal presidente Vincenzo De Luca lo scorso 1° luglio nell’incontro pubblico a Sacco, diventerà – come riporta il sito web ondanews.it – ospedale di comunità, ossia una struttura sanitaria di ricovero della rete di assistenza territoriale e svolgerà una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero e anche il SAUT di Gioi Cilento, che serve le aree interne, rischia il ridimensionamento.

Non è un caso che i rappresentanti istituzionali di questi comuni abbiano più volte richiesto un confronto con la ASL Salerno e lo stesso ha fatto il Codacons Cilento, attraverso il presidente Bartolomeo Lanzara ed il consigliere regionale Aurelio Tommasetti – prosegue Gasparri -. Hanno ricordato come sia necessario garantire un adeguato livello di assistenza sanitaria in maniera omogenea e capillare in tutto il territorio e in particolar modo nei territori dell’interno, già pesantemente penalizzati dalla carenza di strutture e servizi sanitari e da un’obsoleta rete stradale. Tra l’altro anche le aree interne hanno messo a disposizione fondi per garantire la presenza del medico“.

Versano in una situazione estremamente delicata anche l’ospedale e il Distretto sanitario di Sapri, causata dall’insostenibile carenza di personale medico, infermieristico e di tutte le altre categorie lavorative, tanto che anche i sindacati hanno lanciato l’allarme.

A Sapri, al momento, vi sono tre medici nel reparto di Ostetricia, dei quali uno andrà in pensione ad agosto e uno nel reparto di Pediatria, che andrà in pensione ad ottobre. Mancano in Chirurgia almeno 4 medici, in Ortopedia ci sono 2 medici in servizio ed il primario è a mezzo servizio con il San Luca di Vallo; il reparto di Medicina con 4 medici in meno, l’UTIC di Cardiologia con soli 4 medici e i servizi con uno o due dirigenti in meno rispetto a quelli che dovrebbero essere – continua -. Altrettanto complessa è la situazione nel reparto di Radiologia e Gastroenterologia, con un solo medico di turno.

A Vallo della Lucania, da un’indagine del sindacato NURSIND, è emerso che dei 322 posti letto previsti nell’atto aziendale, i 16 posti letto della Gastroenterologia, i 10 dell’Oncologia, i 15 della Neurologia ed i 20 di recupero funzionale non sono mai stati attivati proprio per la carenza di personale infermieristico”.

Ma quello degli infermieri non è l’unico problema: a fronte di una previsione di 110 operatori sociosanitari, se ne contano solamente 15 in servizio attivo. Dal 1° luglio per il servizio di trasporto sanitario di emergenza urgenza 118 presso il presidio ospedaliero di Agropoli stazionano un’automedica con medico e infermiere, ma senza rianimatore, e due ambulanze, una con medico, infermiere e autista soccorritore, l’altra solo con infermiere e autista soccorritore. Farà parte del medesimo servizio territoriale anche la postazione di Piazza Santini a Capaccio Paestum, dove ci saranno altre due ambulanze dello stesso tipo di Agropoli.

All’ospedale di Polla nel reparto di Cardiologia non si riesce ad assicurare le turnazioni – spiega ancora Gasparri al ministro Schillaci -. Altre situazioni a rischio si registrano per i reparti di Medicina e di Neurologia, dove è presente un solo medico. L’ospedale pollese è punto di riferimento per oltre 60.000 abitanti che gravitano nei comprensori del Vallo di Diano, Tanagro e parte degli Alburni“.

 

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