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Crescent, consumo di suolo e dissesto idrogeologico. Italia Nostra: “Il caso clamoroso di Salerno””. Cronaca Primo piano 

Crescent, consumo di suolo e dissesto idrogeologico. Italia Nostra: “Il caso clamoroso di Salerno””.

“La nota questione Crescent, dopo 10 anni dall’impugnativa al Tar del silenzio
assenso paesaggistico e dopo 6 anni dalla sentenza del Consiglio di Stato di
annullamento delle autorizzazioni paesaggistiche del progetto realizzato sulla
spiaggia di S. Teresa, ritorna al Consiglio di Stato”. Si legge in una nota a firma di Italia Nostra.  Al vaglio del giudice amministrativo, ci saranno, non tanto e non solo gli aspetti paesaggistici, ma soprattutto quelli riguardanti il disastro ambientale avvenuto. “Come è noto, per consentire una abusiva edificazione, con finalità speculative, il Comune di Salerno aveva dichiarato la presenza del torrente Fusandola come “interferente” con la manovra urbanistica; infatti tale torrente veniva
definito dagli organi comunali addirittura un “collettore fognario”.
Come è tristemente noto il torrente Fusandola ha causato la tragica alluvione
di Salerno la notte del 25-26 ottobre 1954, con oltre 100 vittime ed è stato
conseguenzialmente vincolato dallo sbocco alla foce con specifico decreto del
Ministro dei lavori pubblici del 5 agosto 1957.
Italia Nostra in uno al Comitato No Crescent, quest’ultimo costituitosi a
Salerno ad iniziativa di cittadini liberi in difesa proprio dell’area marittima e
della spiaggia del centro storico di Salerno, con la loro tenacia hanno scoperto
le gravissime omissioni ed illegalità causate da tutte le Istituzioni preposte al
controllo e al governo del territorio. Oggi anche la Procura di Salerno, dopo il maxi processo riguardante solo ilprocedimento paesaggistico e non quello dei reati ambientali, con una nuova
inchiesta da sempre sollecitata da Italia Nostra Sezione di Salerno e dal
Comitato, ha finalmente fatto emergere una serie di illegalità perpetrate per
meri obiettivi urbanistico edilizi e l’aggravarsi del pericolo di alluvione a
seguito della deviazione abusiva del tratto terminale e della relativa foce del
torrente Fusandola.
Tale disastro ambientale, come accertato dal consulente tecnico della Procura
stato oggi sottoposto anche all’attenzione del Consiglio di Stato, con un
articolato ricorso in appello di Italia Nostra che ha, fra l’altro, formulato
specifica richiesta di risarcimento dei danni paesaggistico-ambientali, per circa
400 milioni di euro. Le relative somme riconosciute saranno utilizzate
dall’Associazione nazionale per fini pubblici per la mitigazione del rischio
idrogeologico cui è esposta l’area di S. Teresa, nonchè per il recupero del
centro storico e per la diffusione di una cultura della prevenzione del rischio
idrogeologico e per la valorizzazione storico-culturale del territorio.
Infatti, con l’alibi della riedizione delle nuove autorizzazioni paesaggistiche e
nonostante il crollo della mega piazza, il Comune di Salerno ha consentito
l’irreversibile trasformazione dello stato dei luoghi, cementificando oltre 20
mila mq di area demaniale, comprensiva della spiaggia di S. Teresa, di un
consistente specchio acqueo, e l’edificazione ancora in atto dell’ultimo settore
del crescent, sull’originario alveo del torrente Fusandola, in spregio di tutti i
vincoli assoluti di inedificabilità sui corsi d’acqua, nonché del Testo unico sulle
acque pubbliche del 1939.
L’area in questione dista meno di 2 Km in linea d’aria dal mostro della
Costiera amalfitana, noto come il Fuenti, abbattuto a seguito dell’azione
politica che lo ha utilizzato a monito di futuri scempi ambientali.
Saranno apportate in conferenza anche le esperienze dell’omologo crescent
del Comune di Savona, da parte della locale sezione di Italia Nostra.
Anche per la questione Crescent di Salerno, Italia Nostra si è dimostrata,
ancora una volta, come unico baluardo a difesa del territorio”.

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