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Covid in Campania, il presidente del 118 regionale Galano: “I medici facciano la loro parte, siamo in affanno” Attualità 

Covid in Campania, il presidente del 118 regionale Galano: “I medici facciano la loro parte, siamo in affanno”

“Il 118 in questo momento è in grave difficoltà. Ma i medici di medicina generale e la guardia medica devono essere loro a dare indicazioni al paziente se chiamare o meno il 118”. Sono le parole di Giuseppe Galano, responsabile regionale del 118, intervenuto oggi nel corso di Campania Oggi, la trasmissione di approfondimento di TeleClubItalia in onda ogni giorno alle 13 e alle 18.30. “Per il covid la discriminate la dovrebbe fare la medicina di base e la guardia medica – dice Galano – loro dovrebbero dare indicazioni, conoscendo le condizioni dei pazienti, di chiamare o meno il 118. Purtroppo quasi sempre noi siamo chiamati direttamente dai pazienti che hanno grandi timori: molte volte il paziente è solo intimorito, ma sottraiamo così un presidio fondamentale in casi in cui non è necessario il 118”. Per Galano “ci vuole un filtro territoriale adeguato anche perchè le persone o chiamano il 118 o si recano in maniera autonoma negli ospedali che oggi sono in grande difficoltà”. In queste ultime settimane, il responsabile regionale del 118 spiega che “le telefonate sono aumentate da circa 2300 al giorno a ben 3mila. Capitano anche chiamate per avere consigli terapeutici o sui tamponi, richieste non adeguate”. Per fare la diagnosi e dare indicazioni sulla eventuale necessità di un intervento del 118 per Galano è necessario siano in primis i medici di base a farlo. “Occorrerebbe che il medico di medicina generale o la guardia medica vada a casa del paziente a discriminare e capire la situazione – dice in trasmissione -. La discriminante non la deve fare il cittadino ma il medico di medicina generale per lui. Non ci possiamo permettere di chiamare sempre il 118. A noi girano 19 ambulanze, 18 su Napoli e 1 su Capri, di queste 13 sono medicalizzate. La  guardia medica in un turno festivo ha 40 medici. Voglio sfatare poi un altro mito sui dispositivi di protezione individuale. I medici convenzionati con il ssn possano comprarli, come comprano computer o presidi per svolgere l’attività medica nel loro studio, dovrebbero acquistare anche altri presidi necessari per assistere i loro pazienti”.

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