Corbara, morto dopo aver girato 3 ospedali la Procura: “Nessuna colpa medica”
Era svenuto almeno quattro volte, curato prima in ambulanza e poi in più di un ospedale, prima di essere colto da arresto cardiaco. La Procura di Nocera Inferiore ha chiesto l’archiviazione per due medici indagati per il decesso di un 58enne di Corbara. La famiglia si è opposta a questa decisione, con tanto di opposizione. A decidere ora per un eventuale processo o se chiudere il procedimento, sarà il gip. Due i medici indagati per omicidio colposo: uno dell’ospedale di Pagani e un altro del 118. Era la fine di novembre scorso. Il paziente morì all’ospedale di Cava de’ Tirreni, dopo essere passato prima a Pagani e poi a Nocera Inferiore, dove non era riuscito ad entrare per i posti limitati dal Covid-19. Tutto era cominciato da uno svenimento in cucina, mentre l’uomo preparava il caffè. La famiglia aveva chiamato il 118, senza ottenere risposta. L’uomo aveva ripreso i sensi, per poi perderli nuovamente dopo un’ora. Una seconda telefonata al 118 non avrebbe sortito effetti, al punto che il 58enne fu preso in cura dalla sorella e trasferito, in auto, all’ospedale di Pagani. Qui, al punto di primo intervento, il paziente fu dimesso dopo che al termine della visita gli fu riscontrato un livello di pressione basso. Mentre stava per salire in auto, era però svenuto una terza volta. Durante il tragitto verso Corbara- scrive il mattino.it, quello stesso medico avrebbe seguito lo stato di salute del paziente, fino al rientro. Uscito dall’ambulanza, mentre cercava di varcare la porta di casa, il 58enne perse nuovamente i sensi. Un’infermiera ed un medico sarebbero a quel punto intervenuti con un defibrillatore, rimettendo l’uomo in ambulanza per tornare a Nocera. La famiglia era poi stata avvisata che il paziente aveva ripreso conoscenza, ma che sarebbe stato trasferito a Cava per controlli. Poi la doccia fredda, con una seconda telefonata che li informò del decesso, per arresto cardiaco. Il 58enne non avrebbe mai sofferto di patologie, stando al racconto della famiglia. Sull’indagine e quanto accertato dalla Procura, dovrà ora decidere il gip, valutando se accogliere l’archiviazione o disporre nuove indagini.