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Come il caro energia mette in ginocchio le piccole imprese Economia Italia e Mondo 

Come il caro energia mette in ginocchio le piccole imprese

Le principali piazze italiane raccolgono una moltitudine di cittadini in lacrime che protestano contro l’inevitabile fallimento delle loro aziende per rincari di utenze e materie prime senza precedenti. La situazione è disastrosa.

Nonna Nannina a Cava, nota pizzeria, il 14 ottobre sulle pagine social ha inoltrato un post in cui ringrazia i suoi clienti affezionati per il sostegno mostrato in tanti anni di lavoro, sacrifici e soprattutto convivio. Sorte simile per Pakito a Nocera Inferiore, noto laboratorio di dolci, costretto a chiudere per bollette tutt’altro che dolci. Destino di tante altre attività che ogni giorno sono costrette ad indebitarsi ancora di più o a dichiarare fallimento!

Il 29 Settembre 2022 i dati dell’ARERA, Autorità di Regolazione Energia Reti ed Ambiente, ha aggiornato le tariffe con l’aumento del +60% per la luce e del +70% per il gas. E poi aggiungiamo l’aumento del costo del grano che registra un aumento del 100%! Questi rincari costringono le grandi imprese ad indebitarsi e ad aumentare i prezzi dei prodotti, ma la sorte delle piccole aziende, fatte di artigiani, sono destinate a chiudere. Lo scenario italiano non è dei migliori pensando che il 90% dell’economia del Paese è composta da piccole e medie imprese.

Alla luce di questo scenario prossimo, i panificatori italiani hanno dichiarato lo “sciopero del pane” a partire dal 21 ottobre. Questo disperato gesto vuole scuotere la coscienza dello Stato che risponde sempre troppo tardi agli allarmi che muovono il nostro paese da diverso tempo. Panifici, pizzerie, pastifici, pasticcerie risultano essere le attività esposte maggiormente a rischio di fallimento, attività che compongono una buona parte dell’economia campana. Fin quanto è consentito aumentare il prezzo del pane? Oggi costa 4€ al chilo, prezzo esageratamente alto considerando la sua fondamentale necessità, come la pasta, l’olio, le uova e tanti altri alimenti che hanno subito una simile sorte.

Corsi e ricorsi storici

La mattina del 5 Ottobre 1789  le donne parigine al mercato iniziano a protestare per la mancanza del pane con prezzi sempre più alti, di lì a breve la Rivoluzione Francese. La storia ha l’oneroso compito d’insegnare ad evitare certi e/orrori. L’Italia scende nelle piazze perchè a breve trovare il pane in tavola diventerà un lusso per pochi. “Non permetteremo che vi tolgano il pane“, le parole di un uomo che scioperava fuori lo stadio Arechi sceso in piazza in rappresentanza dell’associazione Panificatori della provincia di Salerno e tantissimi altri artigiani.

A cosa sono dovuti questi rincari e soprattutto come risollevare lo stato attuale?

Partendo da una legge fondamentale del pensiero economico che quando un determinato bene scarseggia, il suo valore di mercato aumenta, è facile intuire che il portafoglio si restringe ma se a questo assunto si aggiungono le numerose privazioni imposte per contenere la pandemia da covid-19, che ha viziato il corretto flusso economico fra domanda e offerta negli ultimi 3 anni e la condizione attuale dell’Europa con gli aumenti sui tassi di interesse oltre che il conflitto tra Russia e Ucraina, la situazione diventa drammatica.

Cosa sta facendo il Governo Italiano? Il Decreto Bollette, già in vigore dal 21 Aprile scorso, in virtù delle inevitabili conseguenze, prevede per il secondo trimestre delle utenze 2022 il taglio dell’iva sul gas e una serie di agevolazioni per la filiera dell’autotrasporto. Basteranno questi piani per tutelare i cittadini italiani e l’economia del nostro Paese? Lo scopriremo nei prossimi mesi…

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