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Cava de’ Tirreni, truffa delle mascherine: verso il processo 4 presunti responsabili Provincia Provincia e Regione 

Cava de’ Tirreni, truffa delle mascherine: verso il processo 4 presunti responsabili

Rischiano il processo per una presunta truffa sulle mascherine: decide il giudice  dopo la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla procura di Nocera Inferiore: quattro imputati sotto accusa rispondono, a vario titolo, per una falsa fornitura di mascherine e false fatturazioni, evasione d’imposta e dell’Iva. Il gup vaglierà l’istanza per l’eventuale processo a ottobre a carico di un avvocato civilista di Cava de’ Tirreni, al centro dell’inchiesta quale rappresentante legale di una soceità di servizi, alla quale contestano fatture per operazioni inesistenti relative alla manutenzione straordinaria per un valore di circa 17mila euro nei confronti di un’altra società, e un acquisto di ulteriore materiale per le mascherine per oltre 13mila euro, nei confronti di una terza, indicati quali elementi passivi fittizi nella dichiarazione Iva per l’anno 2020. L’indagine coinvolge anche il rappresentante di una delle società, per aver emesso fatture sulla manutenzione in questione, una rappresentante legale, per la fornitura di rotoli per mascherine per un valore superiore ai tredicimila euro,a maggio 2020, e infine un secondo titolare, che per evadere le imposte sui redditi e sull’Iva, secondo le accuse, «occultava o distruggeva in tutto o in parte le scritture contabili o i documenti di cui è obbligatoria la conservazione, in modo da non consentire le ricostruzioni dei redditi o del volume di affari», di fatto cancellando la possibilità di una approfondita ricostruzione investigativa. Il legale- scrive il Mattino-, quale rappresentante legale della società al centro dell’inchiesta relativa, risponde anche di truffa. Le indagini furono condotte dalla Guardia di Finanza e partirono dalla revoca della qualifica di procuratrice all’avvocato, la cessione delle quote sociali della società a un ente extraterritoriale, distraendo ingenti somme di denaro della Soresa, su un conto a lei intestato mediante assegni circolari, con emissione delle fatture contestate, «inducendo in errore una società, che si determinava a fornire mascherine filtranti, procurandosi oltre 53mila euro di importo non pagato sulla cifra totale di 207mila euro e 122, con danno patrimoniale», con l’aggravante dell’abuso di prestazione d’opera. Le fiamme gialle hanno analizzato diversa documentazione. Il periodo investigativo risale al tempo del primo lockdown, a Cava .

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