Cava de’ Tirreni, il bullo in classe stanato
«Il loro figlio era vittima di bullismo da parte di un compagno di scuola perché si contendevano una ragazzina. Me lo rivelarono i genitori di un alunno, durante un incontro scuola-famiglia. Non feci nulla, decisi di attendere. Alla prima occasione utile ne parlai in classe, ma senza fare riferimenti specifici all’episodio. A distanza di anni, dico che, la mia, fu la scelta giusta». È il racconto di Emiliana Senatore, insegnante di italiano alla scuola media Balzico di Cava de’ Tirreni e autrice di «Mi voglio bene», un libro sulle nuove forme di bullismo scritto a quattro mani con la psicologa clinica e forense e un passato da insegnante, Maria Anna Formisano. «Dopo qualche giorno prosegue Senatore feci vedere un filmato a quella classe. Scelsi un video musicale in cui si vede un episodio di prevaricazione ai danni di un ragazzino. Fu a quel punto che il giovane, in passato bersaglio del compagno bullo, si alzò e rivelò l’esperienza vissuta». Emiliana Senatore non è amante della didattica tradizionale, ascolta e parla molto con i suoi studenti, lavora sulle emozioni. In quasi trent’anni di insegnamento ha imparato a riconoscere quali possano essere i segnali da non sottovalutare: «Calo dell’umore, spiega apatia, diminuzione o aumento di peso sono campanelli di allarme da non sottovalutare». La scuola deve sì fare, ma coinvolgendo tutti gli attori istituzionali affinchè sia possibile arginare il fenomeno bullismo tra i banchi. «Innanzitutto informare le famiglie e il dirigente scolastico – evidenzia Senatore ma anche fare prevenzione per far comprendere, a vittima e carnefice, il rischio bullismo».
Fonte IlMattino