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“Cartello” sull’ossigeno, nei guai nove imprese in Campania Provincia e Regione 

“Cartello” sull’ossigeno, nei guai nove imprese in Campania

Ancora un “cartello” di imprese nel settore sanitario regionale per aggiudicarsi – e spartirsi – un appalto da 71,2 milioni di euro, quello per il servizio di ossigenoterapia domiciliare in Campania. E ancora una volta le stesse società – già pesantemente sanzionate due anni fa per un analogo comportamento in occasione della stessa gara d’appalto – finiscono nel mirino dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato che ha ufficialmente aperto un procedimento nei loro confronti.

Le offerte “a scacchiera” e le sanzioni. Con un provvedimento del 21 dicembre 2016, L’Agcm (Autorità garante della concorrenza e del mercato) accertò che le società Linde Medicale srl, Medicair Sud srl, Magaldi Life srl, Oxy Live srl, Eubios srl, Ossigas srl, Tergas srl, Vitalaire Italia spa, Vivisol Napoli srl, avevano sostanzialmente messo su, dal dicembre 2012, una strategia per «mantenere artificiosamente alto il prezzo del servizio di ossigenoterapia domiciliare in Campania », ostacolando, secondo l’Authority, «l’indizione di una gara ad evidenza pubblica per l’affidamento del servizio, nonché «ad impedire lo svolgimento di un effettivo confronto concorrenziale» in occasione della gara poi indetta da Soresa (la società della Regione che gestisce gli appalti legati al settore sanitario in Campania) nel 2014. L’Agcm verificò, in quella occasione specifica, come i «numerosi contatti tra le Parti (le società partecipanti, ndr ) hanno consentito loro di spartirsi i lotti (attraverso la presentazione in sede di gara di offerte “a scacchiera”), e di mantenere così il rispettivo posizionamento di mercato». Un modus operandi ritenuto illecito che fu poi sanzionato con l’obbligo imposto dall’Authority di non ripetere queste operazioni di “cartello”.

La segnalazione di Soresa. Il 27 luglio scorso all’Authority arriva una segnalazione da parte della Soresa che, un mese prima, aveva indetto una nuova gara per la gestione per altri quattro anni del servizio di ossigenoterapia domiciliare. Una gara corposa – oltre 71 milioni di euro – per sette lotti da aggiudicare secondo l’offerta economica più vantaggiosa, uno per ogni Asl campana (Napoli 1 13,9 milioni; Napoli 2 (10,2 milioni), Napoli 3 (10,4 milioni), Asl Avellino (9,3 milioni), Asl Benevento (4,9 milioni), Asl Caserta (10,4 milioni), e Asl Salerno (11,7 milioni). Ebbene, Soresa si accorge che le società che avevano presentato offerte – peraltro con pressoché analoghe composizioni in Rti (raggruppamento temporaneo imprese) – erano quelle che avevano in gestione il servizio in virtù della gara del 2014, per le stesse aziende sanitarie e per i medesimi lotti per i quali avevano presentato l’offerta.

La delibera dell’Authority. Secondo l’Agcm «la circostanza per cui su ogni lotto sia stata presentata una sola offerta da parte del precedente affidatario del servizio appare costituire un chiaro indizio circa il persistere di una strategia finalizzata alla spartizione del mercato e all’alterazione dello svolgimento delle dinamiche concorrenziali nell’ambito di gare ad evidenza pubblica». Per l’Autorità, inoltre, «l’anomalia della presentazione di un’unica offerta per ciascuno dei sette lotti posti a gara – che peraltro non presentano tra loro differenze tali, nella tipologia e nelle caratteristiche del servizio da offrire, da giustificare l’adozione di politiche commerciali differenti per i singoli lotti da parte degli operatori del settore – appare corroborata dalla circostanza per cui le imprese partecipanti alla gara oggetto di segnalazione sono le stesse che avevano dato luogo all’illecito coordinamento delle proprie strategie commerciali con riguardo alla precedente procedura di gara indetta da Soresa nel 2014, sempre per l’affidamento del servizio di ossigenoterapia per la terapia domiciliare della Regione Campania», come era stato del resto accertato nel corso del procedimento del dicembre 2016. Tutti questi elementi «inducono a ritenere che le imprese partecipanti alla gara indetta da Soresa nel 2018 abbiano proseguito nei comportamenti illeciti posti in essere in vista della gara indetta da Soresa nel 2014 e oggetto dell’infrazione accertata, rispetto al quale appare dunque potersi configurarsi un’ipotesi di inottemperanza».

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