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Capaccio/Paestum: carcassa di bufalina non ancora rimossa dalla spiaggia, è polemica Provincia e Regione 

Capaccio/Paestum: carcassa di bufalina non ancora rimossa dalla spiaggia, è polemica

Gli attivisti  di Salerno Animal Save e Salerno Climate Save, il giorno 19 Gennaio scorso, durante lo svolgimento di una giornata di perlustrazione in spiaggia, si sono imbattuti nel ritrovamento della carcassa di un bufalino in località Licinella. Ma dopo oltre due settimane la carcassa è ancora lì. “Nonostante le segnalazioni e le rassicurazioni ricevute in merito alla rimozione del corpo del bufalino, nella giornata di sabato 06 Febbraio, siamo ritornati in spiaggia e abbiamo constatato che la carcassa del bufalino è ancora abbandonata nello stesso punto del primo ritrovamento, ormai in avanzato stato di decomposizione, recintata da un semplice nastro a strisce rosse e bianche, tra i numerosi passanti che sono soliti passeggiare sulla spiaggia” scrivono in una nota gli attivisti.

“Abbiamo inviato una lettera al sindaco del Comune di Capaccio-Paestum Francesco Alfieri, in quanto prima autorità responsabile della Salute Pubblica dei propri concittadini e al Dipartimento di Prevenzione dell’Asl di Salerno, chiedendo un intervento  immediato che porti alla rimozione del corpo del bufalino e alla sanificazione dell’area interessata. Stiamo vivendo un’emergenza sanitaria dovuta all’attuale diffusione del coronavirus e chiediamo alle istituzioni competenti di prendersi la dovuta responsabilità sull’abbandono di una carcassa in avanzato stato di decomposizione su una spiaggia dove tanti cittadini sono soliti recarsi. Contiamo nel pronto intervento e nella diffusione delle verità da parte delle istituzioni pubbliche perché i cittadini hanno il diritto di conoscere le crudeltà che si nascondono dietro la produzione della mozzarella di bufala e il tasso di inquinamento dell’aria, del suolo e delle acque provocato da queste industrie. Come movimento auspichiamo ad una riconversione di queste realtà in produzioni etiche e sostenibili” concludono gli attivisti.

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