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Buco milionario, il Comune di Battipaglia batte cassa Politica Primo piano 

Buco milionario, il Comune di Battipaglia batte cassa

Un buco milionario. Nelle tasche dei battipagliesi mancano 940mila euro che nessuno ha mai pagato: è ciò che emerge dalla raffica di ingiunzioni e messe in mora comunali sbattute sotto il naso dei signori dell’area industriale. In zona Asi è tempo di recupero crediti: il Comune punta sei aziende.

Centro San Luca. 15 giorni per pagare: ultimatum aiVitolo , ritenuti morosi per 320mila euro. Nel 2000 a Carlo Vitolo della “Ccm San Luca srl” fu concesso di costruire un centro di riabilitazione in zona Asi, in un’area destinata a piccola industria, artigianato, commercio e terziario. Il manager chiese all’Ente l’esenzione dal pagamento degli oneri di urbanizzazione, ritenendo quelle opere di competenza del Consorzio Asi. Il Comune s’oppose e Vitolo si rivolse al Tar, che nel 2013 sentenziò che gli oneri vanno pagati. La ditta s’appellò al Consiglio di Stato, ma in 5 anni non s’è svolta neppure l’udienza di merito. Ed oggi il dirigente tecnico comunale, Carmine Salerno , bussa a soldi: firma l’atto di messa in mora e chiede ad Elisa Vitolo, nuova amministratrice della “Centro Congressi San Luca”, il pagamento di 267.401 euro tra oneri, sanzioni e interessi legali. C’è pure un’altra messa in mora da 51.766: nel 2010 l’azienda ottenne il via libera all’ampliamento del centro. Sulla scorta di una sentenza del Tar del 2003, nelle zone Asi a destinazione commerciale il Comune chiedeva contributi dimezzati: alla San Luca presentò un conto da 25.168 euro a fronte di 50.336. Con la famosa sentenza del 2013, però, il Tar ha obbligato pure gli imprenditori che s’insediano in zone Asi commerciali a pagare il contributo per intero. Da qui, e da una vecchia rata da 10.579 euro del contributo dimezzato, «ad oggi non incamerata », la messa in mora.

Il centro commerciale. C’è un terzo atto da 53.837 euro. Il destinatario è Antonio Lanzetta di “Ital Sima”, patron del centro commerciale “Il Castelluccio”. Di mezzo, il permesso di costruire in sanatoria che ottenne nel 2007, chiedendo di ampliare lo stabilimento che in origine doveva servire a produrre e vendere materassi. Palazzo di Città chiese 96.318 euro, ma l’imprenditore voleva pagare la metà: fu ciò che fece nel 2008, con la sospensiva del Tar, ma nel 2009 i giudici respinsero il ricorso. Oggi, dopo 9 anni, arriva la messa in mora, ma per Lanzetta è il male minore: la batosta è un’ordinanza di ingiunzione da 254.761 euro. Nel 2010, Lanzetta ottenne l’ok a 3 attività commerciali nel tetto. Anche qui, il Comune chiese contributi dimezzati: 179.704 euro anziché 359.408. Nel 2013, però, la sentenza San Luca cambia le carte in tavola: nel 2014 il legale comunale, Giuseppe Lullo , mise in mora Ital Sima, chiamata a pagare gli altri 180mila euro in 10 giorni. Ne sono passati più di 1.400: tutto fermo e il Tar, chiamato in causa, non si è pronunciato. Oggi l’ingiunzione, schizzata a 253.658 euro. 30 i giorni per pagare, altrimenti, avverte Salerno, «il Comune procederà ad esecuzione forzata».

Palo e gli altri. Stesso alert per “PaMaFa Trade”, “Holbek italiana” e altre due ditte. Una delle 5 ingiunzioni arriva all’impero dell’agricoltura: l’ente ritiene di vantare un credito di 162.438 euro su PaMaFa Trade, la srl dei Palo di Finagricola. Tutto uguale: nel 2010 Gerardo Palo ottenne il via libera per variante con cambio di destinazione nel plesso di viale Brodolini: il Suap gli chiese 115.080 euro anziché 230.160. Poi la sentenza San Luca, la messa in mora, il ricorso al Tar e il silenzio dei giudici. Ora l’ingiunzione. Tutto uguale, ma senza ricorsi, per Antonino Iannece , che nel 2010, pagò 63.144 euro anziché 126mila per ultimare un edificio commerciale a via Jemma: oggi deve tirarne fuori 89.131 euro. E pure a viale Brodolini, nei pressi di “Autoshop”, Cosimo Amoddio di Holbek, sborsò 34.296 euro quando nel 2011 ampliò il capannone: ora deve spenderne altri 48.410. Ed Anna Ciccarone , che nel 2013, per 9.269 euro di oneri, ottenne l’ok per costruire un’azienda di hardware a via Avogadro, ha 30 giorni per pagarne 13.083. Fonte: La Città di Salerno

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