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Brexit, Westminter boccia l’accordo. Ue a Londra: ‘Non si rinegozia’. Appello Merkel Italia e Mondo 

Brexit, Westminter boccia l’accordo. Ue a Londra: ‘Non si rinegozia’. Appello Merkel

Si riapre la partita della Brexit: l’accordo sul divorzio dall’Ue raggiunto a novembre dalla premier Tory, Theresa May, con Bruxelles è stato bocciato ieri sera dalla Camera dei Comuni britannica con 432 no contro 202 sì. La ratifica è stata negata con uno scarto di 230 voti, molto pesante per il governo. Il leader laburista Jeremy Corbyn ha presentato una mozione di sfiducia al governo Tory. Ma, al di là della questione della permanenza della May alla guida del governo, l’incognita maggiore è cosa può accadere ora a partire dal possibile ‘no deal’, l’uscita senza accordo dall’Europa.

Una possibilità con la quale anche l’Ue si misura questa mattina nella Plenaria a Strasburgo. “A dieci settimane” dal 29 marzo, “non è mai stato così elevato il rischio del no deal” – dice il capo negoziatore Ue Michel Barnier nel dibattito in aula a Strasburgo dopo il voto di ieri nella Camera dei Comuni. “Adesso nessuno scenario può essere escluso, in particolare quello che abbiamo sempre voluto evitare: l’uscita” del Regno Unito “senza accordo”. Mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel fa un appello: “Abbiamo ancora tempo per trattare ma adesso la premier britannica deve fare una proposta”.

“L’accordo sulla Brexit non può essere rinegoziato. Ora sta al Regno Unito dire cosa vuole fare. Aspettiamo di sapere da loro quali sono i prossimi passi”, dice Margaritis Schinas, portavoce della Commissione europea. Ma se Schinas avverte che i 27 non sono disposti a rinegoziare l’intesa, lascia però intendere che c’è qualche margine per ritoccare la dichiarazione politica congiunta sulla partnership futura, sempre che Londra modifichi i suoi paletti. Ma occorre che la Gran Bretagna chiarisca cosa vuole fare.

La mozione sulla May sarà discussa oggi. Corbyn ha parlato di “sconfitta devastante”, ha accusato la premier d’essersi negata al dialogo con l’opposizione per scongiurare un no deal e di aver privilegiato gli interessi del Partito Conservatore su quelli del Paese. Ha infine auspicato che la Camera dia il suo “verdetto sull’incompetenza di questo governo”. May aveva chiesto alle opposizioni di presentare una mozione di fiducia per vedere se l’esecutivo dispone ancora del sostegno di una maggioranza. La premier ha detto che il no all’accordo è chiaro, ma che non sono emerse chiaramente altre proposte sul tavolo. E ha insistito, in caso di fiducia, sulla volontà di andare avanti e di continuare a lavorare per attuare la Brexit.

Il Partito Conservatore britannico si ricompatta dietro Theresa May per il voto sulla mozione di sfiducia presentata dal leader dell’opposizione laburista Jeremy Corbyn. Lo conferma Jacob-Rees Mogg, capofila dei brexiteers ultrà ribelli, assicurando che, al contrario di quanto accaduto ieri sulla Brexit, anche lui voterà oggi per la fiducia. “Non ho sentito di un solo deputato Tory intenzionato a non sostenere” stasera Theresa May, ha detto alla Bbc, riecheggiando le rassicurazioni fatte fin da ieri sera pure da Boris Johnson.

Il governo britannico di Theresa May non ha per ora in programma di chiedere all’Ue un rinvio dei termini della Brexit rispetto alla scadenza del 29 marzo, malgrado l’umiliante sconfitta di ieri ai Comuni. Lo ha detto a Bbc Radio 4, la ministra Andrea Leadsom, brexiteer di spicco rimasta nel governo. Leadsom ha invece confermato che la premier prevede, se si salverà dalla sfiducia stasera, di incontrare esponenti dell’opposizioni per cercare una piattaforma d’accordo condivisa, ma al momento non il leader laburista Jeremy Corbyn.

D’altra parte non sembrano esserci margini per una modifica dell’intesa. Il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani chiude alla possibilità di rinegoziazione dell’accordo: “Non credo che ci sia molto da cambiare. Al Regno Unito era stato concesso tutto ciò che chiedeva quando era parte integrante dell’Unione europea. E’ stato concesso tutto ciò che potevamo concedere senza ledere gli interessi dei cittadini europei: non credo che si possa aggiungere altro. Per il Parlamento europeo – ha proseguito – la priorità è la tutela dei diritti dei cittadini europei che vivono nel Regno Unito in caso di una ‘hard Brexit’, ovvero l’uscita del Paese dall’Ue senza un accordo con Bruxelles.

“Il voto di ieri sera è stato chiarissimo. Adesso dovremo cercare una via d’uscita. La commissione si rammarica per la bocciatura dell’accordo, perché noi pensiamo che fosse la migliore soluzione possibile”. Così il vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans sul voto sulla Brexit. “Dobbiamo essere pronti a ogni possibile ipotesi anche ad un’uscita senza accordo che avrebbe conseguenze molto più ampie sia per il Regno Unito che per l’Ue. Ma la commissione sarà pronta per garantire una reazione ad un qualunque risultato”.

“Diteci che cosa volete ottenere e dateci una chiara indicazione e poi l’Ue sarà disposta a concludere i negoziati su un buon accordo”. Così Manfred Weber, leader dei Popolari al Parlamento Ue rivolgendosi ai britannici dopo il voto a Westminster di ieri sera.

“Credo che sia giunto il momento di dire ai nostri amici britannici che per il bene del Regno Unito è arrivato il momento di avere una collaborazione fra i partiti politici” britannici. Così il leader dei Liberali Alde al Parlamento Ue, Guy Verhofstatd. “Per noi è impensabile che l’articolo 50 sia prolungato oltre la data delle elezioni europee”, ha aggiunto, precisando infine che “deal o no deal faremo di tutto per tutelare i diritti dei nostri cittadini e anche britannici”.

“Se dovessimo votare per un secondo referendum” sulla Brexit “potreste avere una grossa sorpresa, certo i britannici possono essere molto rilassati, molto cool, ma se vi spingete troppo oltre il leone ruggirà e se ci sarà un secondo referendum noi vinceremo con una maggioranza ancora più forte”. Così l’eurodeputato britannico euroscettico Nigel Farage nel suo intervento alla Plenaria a Strasburgo.

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