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Bonavitacola sui roghi di rifiuti abbandonati: “L’unica azione di contrasto esistente è quella della Regione Campania, gli altri fanno solo chiacchiere” Primo piano Provincia e Regione 

Bonavitacola sui roghi di rifiuti abbandonati: “L’unica azione di contrasto esistente è quella della Regione Campania, gli altri fanno solo chiacchiere”

Sul fenomeno dei roghi tossici e dell’abbandono di rifiuti in Campania interviene il Vice Presidente della Giunta e Assessore Regionale all’Ambiente, Fulvio Bonavitacola:

“Nonostante i proclami in pompa magna, ripetuti nella passerella di Caserta del novembre 2018  e nelle  varie uscite propagandistiche nei mesi successivi, si può serenamente prendere atto che le uniche azioni concrete di contrasto all’abbandono dei rifiuti ed al fenomeno dei roghi diffusi sono quelle messe in campo dalla Regione Campania. Basti fare riferimento alla realizzazione e gestione dei 4 presidi territoriali, all’attivazione delle società regionali che operano in campo ambientale, all’allestimento della Piattaforma Iter per la raccolta delle segnalazioni, alla collaborazione con i Vigili del fuoco per azioni di pronto intervento, al finanziamento dell’acquisto di strumentazione destinata all’attività di controllo del territorio da parte delle Forze dell’ordine. Delle annunciate misure governative, pure solennemente sancite nel piano d’azione contenuto nel protocollo firmato a Caserta nel novembre 2018, neanche l’ombra. Brilla, in particolare,  il mancato potenziamento delle Forze dell’Ordine per il presidio del territorio ed il contrasto alle strategie criminali, prova della evanescenza del ruolo svolto dal Ministero degli interni, primariamente competente e responsabile in questa materia.
Apprendiamo di un incontro promosso presso il Ministero dell’ambiente per il prossimo giovedì 5 settembre, dedicato alla trattazione di questi temi. In verità i relativi contenuti si presentano alquanto vaghi e le finalità del tutto incerte. La Regione sarà comunque presente, per fornire l’utile contributo di chi opera sul campo, con spirito collaborativo, ma anche per fare chiarezza sulle responsabilità di ciascuno e perché emerga la netta distinzione fra chi opera in concreto e chi ripete solo stanche ed inutili liturgie”.

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