Blitz antimafia nel Casertano per voti in cambio di appalti: arrestata anche candidata alle regionali
Gli amministratori destinatari delle misure sono il sindaco Andrea Pirozzi, il vicesindaco Veronica Biondo, peraltro fino a questa mattina candidata alle prossime elezioni regionali in Campania per Forza Italia e poi esclusa dal partito, il consigliere di maggioranza Giuseppe Nuzzo e l’ex assessore Marcantonio Ferrara. Sono tutti agli arresti domiciliari. Il carcere è stato invece disposto per i due presunti esponenti apicali del clan camorristico Massaro, Raffaele Piscitelli e Domenico Nuzzo.
L’accusa per gli indagati è, a vario titolo, di voto di scambio politico-mafioso, induzione indebita a dare ed avere utilità, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e favoreggiamento personale.
«Non conosco ancora la vicenda, l’ho appresa dalle agenzie. Leggo che è stata posta agli arresti domiciliari e ovviamente a sua tutela non sarà candidata», è stato il commento in riferimento al coinvolgimento di Veronica Biondo del coordinatore regionale di Forza Italia, Fulvio Martusciello.
«Oggi – ha proseguito – è convocato il coordinamento provinciale di Caserta come in tutte le province e guarderemo a tutte le richieste che ci erano pervenute e comporremo la lista. Siamo un partito garantista, non facciamo nessuna valutazione su quello che è accaduto. Prendiamo atto e ovviamente stasera Biondo non sarà in lista. Questo non significa che non esprimiamo fiducia nella magistratura e facciamo gli auguri a Veronica perché possa chiarire quanto prima la propria posizione».
Dalle indagini è emerso che il clan Massaro avrebbe sostenuto l’elezione degli amministratori alle consultazioni comunali del 20 e 21 settembre 2020; in cambio del supporto elettorale fornito, gli affiliati al clan avrebbero avanzato richieste per ottenere atti in loro favore, come la gestione del cimitero. Dall’attività investigativa si evince anche che gli amministratori coinvolti nell’inchiesta avrebbero effettivamente favorito gli interessi economici del clan.
Le indagini eseguite nel periodo vicino all’approssimarsi delle elezioni comunali del settembre 2020 avrebbero fatto emergere, in una prima fase, l’interesse di esponenti della criminalità organizzata per la gestione dell’appalto per l’ampliamento del cimitero comunale di Santa Maria a Vico. Dalle indagini, però, sarebbe anche emerso che la mole di voti disponibili era tale da consentire una convergenza, non solo in favore di candidati di riferimento, ma, addirittura, verso un candidato della lista avversaria, ciò al fine di consentire a quest’ultimo di permanere nella carica di consigliere provinciale, come si legge in una nota a firma del procuratore Nicola Gratteri.
In più occasioni, il referente del clan avrebbe preannunciato l’esito delle elezioni, ai candidati al Consiglio Comunale, anche in ordine alle cariche che poi gli stessi avrebbero rivestito. Tra gli obiettivi dei Massaro c’era l’intenzione di realizzare un impianto di cremazione di defunti attiguo al cimitero comunale con affidamento della gestione del servizio ad una nuova società della quale uno dei due soggetti ritenuto affiliato sarebbe diventato socio occulto. E ancora, la riassegnazione della concessione comunale per la gestione di un chiosco-bar nella frazione di San Marco, tra l’altro abusivo, e la gestione di un’area fieristica la cui realizzazione prevedeva un apposito regolamento comunale per il quale si sarebbero attivati alcuni esponenti del Consiglio Comunale coinvolti nelle indagini. Infine, sarebbero emerse pressioni su un imprenditore aggiudicatario di un appalto comunale per ottenere l’assunzione di un referente del clan con precedenti penali per associazione di tipo mafioso.





