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Blitz a Capaccio, arresti e indagati: i nomi dei coinvolti Cronaca Provincia e Regione 

Blitz a Capaccio, arresti e indagati: i nomi dei coinvolti

Alle prime ore di questa mattina, la Squadra Mobile di Salerno e la Divisione Anticrimine della Questura di Salerno, con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo e del Servizio Centrale Anticrimine, su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Salerno, ha condotto una vasta operazione di contrasto alle infiltrazioni criminali nel settore del trasporto infermi e delle onoranze funebri; in particolare la Squadra Mobile di Salerno, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Salerno, nei confronti del noto imprenditore Stefania Nobili di Capaccio Paestum e di ulteriori 10 soggetti, responsabili, a vario titolo, di intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, auto-riciclaggio, peculato, abuso d’ufficio e falso, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Agli arresti domiciliari sono finiti l’ex moglie di Squecco, Stefania Nobili, attuale consigliera comunale e capogruppo di maggioranza, ed i prestanome e consulenti Mario Squecco, Donato Potolicchio, Giuseppina D’Ambrosio, Domenico Sorrentino, Assunta Salerno e Michele Montefusco. Divieto di dimora per Gerarda Montella, ex responsabile dell’Unità Emergenza-Urgenza dell’Asl di Salerno.

Contestualmente, la Divisione Anticrimine sta eseguendo un provvedimento di sequestro di prevenzione emesso, dal Tribunale di Salerno – sezione misure di prevenzione, ai sensi della normativa antimafia, su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica e del Questore di Salerno, concernente beni di associazioni di soccorso pubblico e ulteriori assetti societari per un valore di circa 16 milioni di euro.

L’attività d’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Salerno e delegata alla Squadra Mobile di Salerno trova la sua genesi negli avvenimenti successivi al voto amministrativo per l’elezione del Sindaco del Comune di Capaccio Paestum del 9 giugno 2019, allorquando erano stati denunciati alcuni episodi di utilizzo “improprio” di mezzi di soccorso del 118 del tipo ambulanze, che avevano inscenato un “carosello” tra le strade della cittadina di Capaccio Paestum per festeggiare il risultato elettorale. Gli approfondimenti investigativi permettevano di raccogliere evidenze probatorie che consentivano di inquadrare Roberto Squecco quale gestore di fatto di tutte le associazioni che operavano nel settore del trasporto infermi e delle collegate società di onoranze funebri, associazioni e società solo formalmente intestate a parenti e collaboratori del predetto; in particolare, la figura di Roberto Squecco emergeva anche per i precedenti penali di rilievo (condannato, infatti, con sentenza definitiva per tentata estorsione in danno di un imprenditore operante proprio nel settore delle onoranze funebri, reato commesso al fine di agevolare il clan camorristico Marandino) e per essere stato già sottoposto a misura di prevenzione patrimoniale; nonostante ciò, il predetto continuava ad avere dirette interlocuzioni con le amministrazioni pubbliche, gli enti, i clienti, i collaboratori ed i fornitori, affatto giustificabili con il suo ruolo di dipendente di una delle società funebri controllate e di mero volontario delle associazioni/onlus allo stesso riconducibili.

Ed invero, lo Squecco ricopriva formalmente moli marginali all’interno delle società ed associazioni a lui riconducibili al solo fine di non farne trasparire la titolarità e gestione diretta nel tentativo di eludere l’eventuale applicazione a suo carico di misure di ablative in sede di prevenzione.

Nell’ambito di detta attività d’indagine, già a far data dall’ottobre 2019, venivano eseguiti, nei confronti dello Squecco e di ulteriori soggetti, prestanome del predetto, sequestri preventivi di alcune società ed associazioni, operanti nel settore del trasporto e soccorso infermi in convenzione con l’A.S.L. di Salerno e delle onoranze funebri nonché dei beni strumentali delle stesse; venivano altresì sottoposti a sequestro conti correnti e rapporti bancari sui quali erano stati rintracciati movimenti di ingenti somme di danaro pari a circa 500.000 euro.

Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti cautelari personali – secondo una strategia di contrasto avviata, a livello nazionale, dalla Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, che prevede un modello operativo innovativo, caratterizzato dallo svolgimento in parallelo delle indagini penali e di prevenzione antimafia, investigatori del Servizio Centrale Anticrimine e della Divisione Anticrimine di Salerno hanno eseguito, nei confronti di Squecco Roberto, un decreto di sequestro di prevenzione di beni e assetti societari, per un valore di circa 16 milioni di euro.

Il provvedimento ablatorio è stato emesso dal Tribunale — Sezione Misure di Prevenzione di Salerno – ai sensi della normativa antimafia, su proposta formulata congiuntamente dal Procuratore della Repubblica di Salerno e dal Questore di Salerno. L’Autorità giudiziaria ha valutato positivamente le risultanze delle indagini svolte dai menzionati Uffici, rilevando la pericolosità sociale dello Squecco sia “qualificata” — quale appartenente alle associazioni di cui all’art. 416 bis c.p. (nello specifico al clan “Marandino”) e quale soggetto indiziato del delitto di cui all’articolo 512 bis c.p. (trasferimento fraudolento di valori) — che “generica”, poiché soggetto che vive abitualmente con i proventi di attività delittuose.

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