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“Aria irrespirabile a causa delle Fonderie Pisano”, appello del Comitato Salute e Vita Attualità 

“Aria irrespirabile a causa delle Fonderie Pisano”, appello del Comitato Salute e Vita

Il Comitato e l’Associazione “Salute e Vita” esprimono la propria amarezza in quanto, anche in un momento così difficile per tutta la popolazione, interi quartieri di Salerno continuano ad essere invasi dall’odore acre e soffocante proveniente dalle Fonderie Piano, nonché da polveri contenenti elementi metallici.
“Tale grave situazione diventa ancora più insostenibile ed esasperante in questo momento, in cui i cittadini sono costretti a stare in casa ed auspicherebbero di poter almeno lasciare le finestre aperte per consentire un’adeguata ventilazione delle abitazioni o di poter far respirare un po’ d’aria ai propri bambini sul terrazzo di casa. Invece, in questa settimana che ci siamo lasciati alle spalle ed anche in questa che è appena iniziata, le esalazioni delle Fonderie sono forti e persistenti, come testimoniato dalle numerose segnalazioni dei cittadini. È quindi in queste giornate di apprensione ed isolamento che si consuma l’ennesimo attentato alla salute della popolazione salernitana, nella totale indifferenza delle istituzioni locali.
Il Comitato e l’Associazione “Salute e Vita” avanzano inoltre le proprie perplessità circa l’opportunità di lasciare aperta in piena emergenza Coronavirus un’attività imprenditoriale che, negli anni, si è contraddistinta per la totale disattenzione verso la salute dei propri operai, così come testimoniano anche recenti sentenze del Tribunale di Salerno. Lo scorso 14 marzo è stato firmato il Protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto ed il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro, dopo una riunione fiume alla quale hanno preso parte CGIL, CISL e UIL. L’accordo ha accolto le richieste delle forze sindacali, che da giorni auspicavano un intervento del Governo per salvaguardare la salute dei lavoratori impiegati nelle fabbriche rimaste aperte in seguito al DPCM. Ci chiediamo in che modo le Fonderie Pisano si siano impegnate ad adottare le misure volte a tutelare la salute dei lavoratori e la salubrità dell’ambiente di lavoro, se la pulizia quotidiana degli impianti e la sanificazione periodica degli stessi sia garantita e se siano stati forniti ai dipendenti adeguati strumenti per l’igiene personale, in particolare delle mani.
Si richiede pertanto che l’ASL e gli altri organi competenti in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro vigilino sul rispetto delle norme necessarie a prevenire la diffusione del virus Covid-19 all’interno della Fonderia. Sarebbe auspicabile che anche i sindacati locali, nella fattispecie la CGIL, si assicurassero che gli operai lavorino in sicurezza, in quanto, citando il premier Conte, “noi tutti abbiamo il vincolo morale e giuridico di garantire loro condizioni di massima sicurezza”. Ebbene, sulla base di quanto detto sopra, sollecitiamo le autorità locali, il Sindaco di Salerno, il Governatore della Regione Campania, l’ASL e la CGIL, affinché non adottino condotte ambigue e attendiste, ma svolgano azioni concrete affinché venga garantito il diritto alla salute, così come sancito dall’art. 32 della Costituzione.
In particolare, si richiede ancora una volta un provvedimento d’immediata chiusura delle Fonderie Pisano in base al principio di precauzione in accordo con le recenti direttive europee, considerato che lo scorso autunno i giudici del TAR di Salerno e l’ARPAC hanno messo nero su bianco che la mancata osservanza delle BAT (Best Available Technologies) da parte delle Fonderie costituisce un pericolo esiziale sia per i cittadini che per i lavoratori delle fonderie. Inoltre, si richiede che le succitate Istituzioni si rendano parte attiva nello svolgere una severa attività di controllo del rispetto delle norme sulla sicurezza dei lavoratori. Soltanto in questo modo sarà possibile garantire la salute non solo di questi ultimi, ma di tutta la cittadinanza di Salerno e Comuni limitrofi.
Non proteggere gli operai sul luogo di lavoro significa esporre al rischio di contagio tutta la comunità”.

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