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Angri, area ex Mcm: via libera ai 150 alloggi Provincia Provincia e Regione 

Angri, area ex Mcm: via libera ai 150 alloggi

È in regola il Piano di attuazione urbanistico per la riqualificazione dell’area ex Mcm ad Angri. Lo dicono i giudici  del Tar, che per l’iter individua una convenzione necessaria, con termini stringenti e condizioni ineludibili, prevedendo polizze fideiussorie, garanzie e un preciso cronoprogramma di realizzazione del progetto che prevede la costruzione di 150 alloggi. Annullato, al contempo, il provvedimento con cui la giunta Ferraioli aveva disposto il diniego agli interventi di riqualificazione nell’area, perché i suoli risultavano bloccati da ipoteche e l’azienda Ar ha maturato un debito nei confronti dell’Ente pari a 500mila euro per il mancato pagamento di Imu e Tari. La controversia vede contrapposti, su un obiettivo comune e con diverse priorità, l’azienda conserviera, proprietaria dell’area, e l’amministrazione comunale di Angri, a sua volta impegnata a richiedere le più alte attenzioni su un progetto destinato a cambiare il volto dell’intera comunità.

Dopo l’apertura di un dialogo, negli anni scorsi, con diversi passaggi da approfondire, le norme restano la guida principale per il percorso di realizzazione, perché l’opera veda una svolta. Il Piano urbanistico attuativo tiene insieme pubblico e privato, nella cornice della legge regionale, con l’impegno degli avvocati difensori del Comune, Rosaria Violante e Francesco Armenante , e con l’ingegnere Flavia Atorino per l’aspetto urbanistico. In precedenza, la questione si era chiusa con l’improcedibilità «per cessata materia del contendere» la precedente questione posta dalla Ar sulle mancate risposte, le diffide con richiesta per avviare l’attuazione del piano di riqualificazione, sempre davanti allo stesso Tar. In quel caso, la questione nasceva dal silenzio dell’ente, a fronte delle richieste di avviare gli atti utili e necessari per la definizione. La società Ar – scrive la Città-è proprietaria dell’ex stabilimento angrese di Corso Vittorio Emanuele per oltre 59mila quadri, costituito dall’insediamento industriale che fu dell’ex Mcm. Per la riqualificazione, i privati avevano presentato la prima istanza a febbraio del 2012, prevedendo un intervento di demolizione dell’esistente complesso dismesso e realizzazione di fabbricati, da adibire a circa 150 appartamenti ed attività terziarie. Il progetto prevedeva un programma di edilizia residenziale e sociale e riqualificazione di ambiti degradati e industriali dismessi, con pareri da acquisire, conformità e proposte.

Per il gruppo industriale, che aveva presentato il ricorso al Tar, l’iter era rimasto inevaso, bloccato, senza rispettare le leggi previste, così da presentare un ricorso all’autorità amministrativa, perché l’amministrazione comunale non aveva deciso nulla, senza dare risposte e senza provvedere sulla richiesta del privato con atti espressi e motivati. L’Ente angrese aveva replicato di aver provveduto, in realtà, solo una volta ottenuti tutti gli incartamenti, col progetto completo subito valutato e poi «trasmesso alla Soprintendenza e alle altre Autorità per i pareri». Per questo, tra accertamenti, pareri e dettagliati esami, la contesa resta aperta: il piano del gruppo, proprietario dell’area, ha il suo disegno, tra edilizia e servizi, con una nuova indicazione stringente data dai giudici amministrativi rispetto al Piano urbanistico attuativo del Comune. Questo, infatti, resta valido e dovrà essere rigidamente seguito per la trasformazione dell’area.

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