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Accadde oggi: il 6 ottobre 1979 Giovanni Paolo II fu il primo Papa ad entrare nella Casa Bianca Attualità 

Accadde oggi: il 6 ottobre 1979 Giovanni Paolo II fu il primo Papa ad entrare nella Casa Bianca

Accadde oggi: era il 6 ottobre del 1979, 41 anni fa, quando il primo Papa a mettere piedi nella Casa Bianca: fu Giovanni Paolo II, accolto con grande affetto e simpatia dal Presidente Jimmy Carter. Papa Wojtyla così si presentò ai numerosi ospiti presenti: “Provengo da una nazione con una lunga tradizione di profonda fede cristiana e con una storia nazionale segnata da molti sconvolgimenti; per più di cent’anni la Polonia fu addirittura cancellata dalla mappa politica d’Europa. Ma è anche un paese caratterizzato da un profondo rispetto per quei valori senza i quali nessuna società può prosperare: l’amore della libertà; la creatività culturale e la convinzione che lo sforzo comune per il bene della società deve essere guidato da un autentico senso morale.
La mia missione spirituale e religiosa mi spinge ad essere il messaggero della pace e della fratellanza, e a testimoniare la vera grandezza di ogni essere umano. Questa grandezza deriva dall’amore di Dio, che ci ha creati a sua immagine e che ci ha dato un destino eterno. È in questa dignità della persona umana che io ravviso il senso della storia e trovo i principi che danno un significato al ruolo che ogni essere umano deve assumere per il proprio miglioramento e per il benessere della società a cui appartiene. ”

Il secondo Papa ad entrare nella Casa Bianca fu Benedetto XVI, ospite dell’allora Presidente George Bush jr. Era il il 16 aprile 2008. Le cronache ricordano una cerimonia nel “South lawn della White House”, con 9mila ospiti, molto articolata con una sfilata piena di colori ed evocazioni storiche. «Vengo come amico e annunciatore del Vangelo, come uno che rispetta grandemente questa vasta società pluralistica», furono le prime parole del Papa indirizzate al Presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, dove fu accolto da un coro di “Happy Birthday” (il Pontefice quel giorno compiva 81 anni). Poi nel suo discorso Papa Ratzinger disse: “La libertà non è solo un dono, ma anche un appello alla responsabilità personale. Gli americani lo sanno per esperienza – quasi ogni città di questo Paese possiede i suoi monumenti che rendono omaggio a quanti hanno sacrificato la loro vita in difesa della libertà, sia nella propria terra che altrove. La difesa della libertà chiama a coltivare la virtù, l’autodisciplina, il sacrificio per il bene comune ed un senso di responsabilità nei confronti dei meno fortunati. Esige inoltre il coraggio di impegnarsi nella vita civile, portando nel pubblico ragionevole dibattito le proprie credenze religiose e i propri valori più profondi. In una parola, la libertà è sempre nuova. Si tratta di una sfida posta ad ogni generazione, e deve essere costantemente vinta a favore della causa del bene (cfr Spe salvi, 24). Pochi hanno compreso ciò così lucidamente come Papa Giovanni Paolo II, di venerata memoria. Nel riflettere sulla vittoria spirituale della libertà sul totalitarismo nella sua natia Polonia e in Europa orientale, egli ci ricordò come la storia evidenzi, in tante occasioni, che “in un mondo senza verità, la libertà perde il proprio fondamento” e una democrazia senza valori può perdere la sua stessa anima (cfr Centesimus annus, 46). Queste parole profetiche fanno eco in qualche modo alla convinzione del Presidente Washington, espressa nel suo discorso d’addio, che la religione e la moralità costituiscono “sostegni indispensabili” per la prosperità politica.”
“Durante il colloquio nello studio Ovale, Bush e il pontefice hanno ribadito il comune impegno contro la minaccia terroristica secondo quanto riferiscono fonti del Vaticano. I due leader «hanno riaffermato il loro totale rifiuto del terrorismo – seconda una nota congiunta – così come l’uso della religione per giustificare atti immorali e violenti contro degli innocenti». Affrontata anche «la necessità di fronteggiare il terrorismo con mezzi appropriati che rispettino la persona umana e i suoi diritti». Timori per Iraq e Cristiani. Entrambi hanno espresso «comune preoccupazione per la situazione in Iraq e in particolar modo per le condizioni precarie delle comunità cristiane sia in quel paese che nella regione mediorientale». I due hanno anche ribadito il loro comune appoggio «per la sovranità e l’indipendenza del Libano». Il Papa e il presidente statunitense si sono trovati d’accordo sulla prospettiva di due Stati, che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, per risolvere il conflitto israelo-palestinese. Immigrazione. Sulla situazione in America Latina il pontefice e Bush hanno sottolineato il bisogno di una politica coordinata riguardante l’immigrazione, specialmente il trattamento umano ed il benessere delle famiglie”

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