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Accadde oggi: il 6 maggio 1952 in Olanda muore Maria Montessori, con lei un nuovo approccio all’infanzia Cronaca 

Accadde oggi: il 6 maggio 1952 in Olanda muore Maria Montessori, con lei un nuovo approccio all’infanzia

Accadde oggi; era il 6 maggio del 1952, 68 anni fa, quando nel Nord dell’Olanda muore Maria Montessori, educatrice e pedagogista italiana, prima donna medico dopo l’Unità d’Italia nel 1896. Nacque a Chiaravalle, poco lontano da Ancona, il 31 agosto 1870 da Alessandro Montessori e Renilde Stoppani, due persone con istruzione alle spalle e con un occhio rivolto agli ideali risorgimentali. Maria trovò nella madre il sostegno ideale per portare avanti le sue idee, anche se queste finivano con l’essere in contrasto con le convinzioni del padre, sicuramente più conservatore. Nel 1873 la famiglia si trasferì a Firenze e lì rimase per due anni, per poi trasferirsi a Roma, sempre per il lavoro del padre.

Sin da piccola Maria Montessori mostrò interesse nei confronti delle materie scientifiche e questo le causò molti contrasti con i genitori, che avrebbero voluto vederla come insegnante. Ecco allora che si iscrisse alla Facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza grazie all’intercessione del Papa. Conseguita la laurea, fu assistente di G. Montesano nella clinica psichiatrica dell’Università di Roma e si specializzò nella cura dei bambini frenastenici. Fece proprie le esperienze di due medici francesi e arricchì i loro metodi, arrivando a una sola conclusione: con una giusta educazione i ragazzi anormali avrebbero avuto la possibilità di essere inseriti nella comunità. Grazie ai risultati scientifici ottenuti, quelli presentati nel Congresso tenutosi a Torino nel 1908, il ministro Baccelli affidò a Maria Montessori la direzione di un corso di maestre, in seguito diventata la Scuola magistrale ortofrenica.

Successivamente seguì i corsi di Sergi, Lombroso e De Dominicis e si laureò anche in filosofia. Dopo aver diretto asili nel corso del 1906, l’anno dopo aprì la prima la prima casa dei bambini a Roma, destinata ai figli delle famiglie operaie del quartiere di San Lorenzo e a questa se ne aggiunsero altre tre. Nel 1909 pubblicò Il metodo della pedagogia scientifica applicato alla educazione infantile delle case dei bambini, elaborato definito come il suo manifesto pedagogico. A partire dal 1924 a Roma nacque anche l’Opera Nazionale M. Montessori, ente morale sorto per diffondere il metodo. A causa di problemi con il fascismo, che ostacolò la sua ricerca e si oppose al suo lavoro (arrivò a chiudere le sue scuole), nel 1936 fu costretta a trasferirsi all’estero e proprio lì il suo operato trovò maggiori riconoscimenti, tanto che le scuole montessoriane sorsero in tutto il mondo, in particolar modo negli Stati Uniti, in India, in Gran Bretagna, in Danimarca, in Svezia e nei Paesi Bassi.

Nel dopoguerra l’attività di Maria Montessori fu ancora più proficua ed elaborò anche la riforma definitiva del suo metodo. In quel periodo si affermarono diverse correnti della pedagogia contemporanea e di quelle lei accolse e sviluppò la tesi dell’educazione vista come uno strumento fondamentale per l’emancipazione della persona. La scuola, infatti, doveva e deve essere funzionale e aderente alle esigenze di sviluppo del bambino, uno sviluppo non spontaneo, ma determinato da molteplici condizionamenti biologici e psicologici che devono essere programmaticamente rimossi. Proprio per questo affermò la necessità della presenza di un maestro in grado di dirigere l’attività del bambino e un materiale didattico scientificamente costruito.

Maria Montessori morì a Nordwijk, in Olanda, dove viveva. Sulla sua tomba si può leggere: “Io prego i cari bambini, che possano tutto, di unirsi a me per la costruzione della pace negli uomini e nel mondo”.

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