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Accadde oggi: il 29 agosto 1991 a Mosca si scioglie il Partito Comunista Sovietico Attualità 

Accadde oggi: il 29 agosto 1991 a Mosca si scioglie il Partito Comunista Sovietico

Accadde oggi: il 29 agosto del 1991 (32 anni fa) si scioglie a Mosca il  PCUS, ovvero del Partito comunista sovietico che fu di Lenin prima e Stalin e Chruscev poi . Proprio quest’ultimo denunciò i crimini di Stalin, nel 1956, avviando un processo denominato “destalinizzazione”. Molti italiani pensarono di emigrare in Russia a vedere il sol dell’avvenire. Quel partito nato nel 1912 riuscì a sopravvivere a molti passaggi di una storia complessa: vagò tra due guerre mondiali e una guerra “fredda” con gli odiatissimi Stati Uniti d’America. In Italia nacque una lunga discussione che durò fino al 1991 quando dopo il Putsch di Mosca, Boris Eltsin, l’allora Presidente della Repubblica Federativa Socialista Sovietica Russa, mise al bando il PCUS nel territorio della Russia. Gorbačëv (nella foto con Eltsin) il 25 agosto si dimise ed il PCUS e dopo quattro giorni, dal 29 agosto 1991 (appunto oggi) venne ufficialmente “sciolto”. Non ci sono più i comunisti, le falci e i martelli, le iconografie di una sinistra “seriosa” e dedicata solo al lavoro e al partito. In Italia erano i tempi della bandiera rossa “che trionferà” contro i “baciapile” democristiani ma, in realtà nel nostro paese, tutto si “modificava”. Il Partito Comunista italiano, guidato da Enrico Berlinguer, cominciava ad essere molto critico con i cugini russi. Si arrivò allo strappo definitivo e all’idea di un compromesso storico con la Democrazia Cristiana. Poi la foga berlusconiana riportò tutto allo schieramento netto: ritornò la paura che i comunisti mangiassero i bambini, nonostante il PCUS fosse stato sciolto da molti anni e le famose purghe di Stalin erano ormai storia passata.

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