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Abolizione reddito, idee contrastanti: “Troppi”furbetti”, ma basta stipendi da fame!” Cronaca Prim@pagina 

Abolizione reddito, idee contrastanti: “Troppi”furbetti”, ma basta stipendi da fame!”

La notizia era nell’aria da tempo, adesso c’è pure il crisma dell’ufficialità: dal primo gennaio 2024 stop al reddito di cittadinanza, con successivi sussidi economici limitati alle fasce deboli, alle donne incinte, ai diversamente abili e alle persone oggettivamente impossibilitate a svolgere qualsivoglia attività lavorativa. Il premier Giorgia Meloni, del resto, in tutti i comizi elettorali aveva promesso una “rivoluzione a 360° utile ad incentivare i giovani a guadagnarsi da vivere lavorando onestamente, si sappia però che non trascureremo mai le famiglie povere nè le persone con problemi di salute”. “Siamo pronti ad opporci in ogni modo, l’Italia attraversa un periodo difficilissimo anche a causa del caro bollette e il nuovo Governo, che non rinuncia a un euro del proprio lauto stipendio, pensa di condannare i poveri. Una vergogna senza precedenti” la replica di Giuseppe Conte, ma l’opposizione era pienamente consapevole si andasse incontro ad un cambiamento radicale frutto anche delle lacune delle normative vigenti varate in precedenza. La nostra redazione ha intervistato alcuni cittadini di Salerno e provincia riscontrando pareri diametralmente opposti. C’è chi alza la voce chiedendo un dietrofront ai politici, chi esulta perchè troppi “furbetti” hanno guadagnato cifre importanti restando comodamente a casa, chi ancora invita le autorità competenti a vigilare sui lavoratori a nero o sui salari miseri garantiti ai più giovani.

“Sono percettore di reddito” dice Antonio Fusella di Eboli “già da oggi ho paura di ritrovarmi senza casa perchè l’affitto lo pago con questi soldi. Non è colpa mia se, a 30 anni, non ho la possibilità di svolgere un lavoro dignitosamente retribuito. Si accaniscono con i poveri, con i ragazzi che pagano lo scotto di un’epoca priva di valori e di opportunità. Proprio loro che guadagnano centinaia di migliaia di euro e possono far vivere i figli di rendita. Incoscienti e intempestivi”. Sulla stessa lunghezza d’onda il giovane Alessandro Colucci: “I tagli vengono fatti sempre a scapito del popolo e mai contro i reali responsabili della crisi economica del Paese. Da non percettore, mai fatto neanche richiesta, sono a favore del reddito di cittadinanza. Abolizione? Qualora accadesse per davvero sarei schifato ma neanche sorpreso da una classe dirigente che nel 2011 è dovuta scappare perché stava portando l’Italia al fallimento. Una misura che sicuramente andrebbe rivista, d’altronde ci sono tanti furbi imbroglioni che ricevono pensione d’invalidità. Ma abolirlo sarebbe un’ennesima ingiustizia contro il popolo italiano”. Drastico, invece, il dottor Giulio Serino: “Sono sempre stato contrario e Conte ha perso credibilità ai miei occhi proprio perchè ha permesso a tanta gente di guadagnare quanto o più di un onesto lavoratore senza fare praticamente nulla. I giovani di oggi vogliono la proverbiale botte piena e moglie ubriaca, non hanno idea di cosa significhi sacrificarsi. Sono certo che il lavoro c’è per tutti se solo ci fosse voglia di farlo. Basta scuse, è tempo di responsabilizzare le nuove generazioni”. Equilibrato il parere del professor Natale di Olevano: “E’ vero, ci sono furbetti che non meritano questo sussidio. E’ altrettanto vero, però, che i datori di lavoro offrono paghe da fame, poco dignitose, spingendo i ragazzi a preferire il reddito allo sfruttamento. Se alla base di questa rivoluzione c’è anche la promessa di garantire un salario minimo, allora ben venga l’abolizione. Viceversa gli imprenditori avranno perennemente il coltello dalla parte del manico e giocheranno sulla disperazione dei disoccupati che, dalla sera alla mattina, si ritroveranno senza un centesimo in tasca”.

Prosegue Daniele Pepino: “Non percepisco il reddito, stavo per farne richiesta ma ho trovato sistemazione presso un ristorante. Mi rendo conto, però, che non tutti possono vivere con 700 euro al mese lavorando 10 ore al giorno, spesso senza contributi. Il reddito di cittadinanza è ottima idea sviluppata in modo sbagliato, è lo Stato a dover creare posti di lavoro revocandolo a chi rifiuta senza motivo. Certo, pensare che io mi sacrifico dalla mattina alla sera e ci sono ragazzi che dormono fino a mezzogiorno e percepiscono di più mi dà fastidio. Ma credo che i furbetti siano in numero decisamente minore rispetto alle famiglie realmente povere e bisognose”. Favorevole all’abolizione, invece, il giovane salernitano Gianluca Romano: “Perchè nessuno parla di chi prende il reddito da anni avendo fatto “magagne” per poter accaparrarselo?! E nel frattempo lavora anche a nero? Giovani di 18-20 anni che prendono il reddito, ma scherziamo! Io a 18 anni andavo ad “ abbuscarmi a jurnat “!Le cose facili piacciono a tutti. Se qualcuno si sente sfruttato e sottopagato si rivolgesse ai Sindacati e denunciasse, sono convinto che i bisognosi si accontentano anche di poche centinaia di euro pur di guadagnare con dignità”. “Chi parla così o è figlio di papà, o è ricco di famiglia o è ignorante” la dura replica di Matteo Marigliano “il problema è il reddito o l’imprenditore che paga poche decine di euro a settimana scrivendo sui contratti orari che non corrispondono al vero? Quando aumenteranno povertà, furti, disoccupazione e drammi chi ne risponderà? Un Governo appena insidiato dovrebbe parlare di aiuti, sussidi, del caro bollette o della crisi della sanità. Invece sbandierano in campagna elettorale la volontà di accanirsi sui più deboli. Presto andrò via da questo Paese in cui sembra siano tutti impazziti improvvisamente”.

 

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