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PARLIAMO ANCORA DI GIUDICI E DELLA LORO CREDIBILITÀ L'Avvocato risponde 

PARLIAMO ANCORA DI GIUDICI E DELLA LORO CREDIBILITÀ

Con l’avvocato Simone Labonia continuiamo i nostri approfondimenti, che riguardano il difficile rapporto tra Magistratura e Società.

Poco più di un quarto di secolo fa, la Cassazione definì con chiarezza esemplare quali debbano essere le caratteristiche di un magistrato: “l’esercizio della funzione giurisdizionale impone al giudice il dovere non soltanto di “essere” imparziale, ma anche di “apparire” tale; gli impone, quindi, di essere “al di sopra di ogni sospetto di parzialità”.

L’imparzialità, dunque è un dovere così imprescindibile da esigere non solo l’essenza, ma anche l’apparenza.

Si parla quindi di un valore essenziale che deve essere associato ad ogni magistrato, quale che sia la funzione che gli è assegnata. Vale per la magistratura requirente come per quella giudicante, senza eccezioni: venga o meno attuata la separazione delle carriere.

In buona sostanza, il magistrato nell’esercizio delle sue funzioni deve anzitutto essere indipendente da se stesso, nel senso di essere capace di tenere a bada non solo le proprie convinzioni ideologiche ed etiche ma anche le emozioni e i sentimenti che prova come qualsiasi altro essere umano.
Deve, però, rifuggire dalla neutralità, poiché quest’ultima non è nient’altro che una sterile equidistanza, mentre deve rimanere viva la natura relazionale del giudizio.

Il buon magistrato, in sintesi, dovrà essere capace di attuare la delicata funzione giurisdizionale, senza perdere il contatto reale con la gente comune, che deve sempre riconoscere in lui un alleato di Giustizia e non un freddo attuatore di norme!

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