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Una storia sbagliata

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Con la cessione di Dia alla Lazio e l’arrivo alla presidenza di Roberto Busso, CEO della Gabetti, si è definitivamente chiusa l’era Iervolino, un arcobaleno che prometteva giorni felici per il popolo granata…. Promessa non mantenuta. L’imprenditore di Palma Campania, a prescindere da quella che sarà l’evoluzione della telenovela societaria, sarà ricordato senza rimpianti ed è oggettivamente un dato imbarazzante se solo si pensa che è anche il presidente con più “presenze” in Serie A della storia granata. Inutile aggiungere altro…. Lascia in dote una squadra malmessa e senza particolari ambizioni, un ambiente depresso e disorientato, una tifoseria che ha fatto il tifo affinché fossero ceduti i pezzi migliori di una rosa mal assortita ed ancor peggio gestita, dimenticando che prima di ogni altra cosa, prima ancora che del portafoglio dell’imprenditore (che resta il suo ndr), viene il progetto sportivo del club…..Ed invece si è esultato per le partenze, le cessioni, dimenticandosi degli arrivi…. Per come è stata fino ad oggi assortita e incanalata, la Salernitana che sfida il Cittadella all’Arechi all’esordio del campionato cadetto è, sulla carta, una squadra tra le peggiori che si ricordino, senza un patrimonio tecnico da cui ripartire, senza una meta prefissata, senza uno straccio di velleità, copia conforme di una società il cui unico scopo è quello di recuperare il più possibile dall’investimento sostenuto. Una società in liquidazione permanente che sul mercato ha pensato solo e soltanto a vendere, neanche benissimo in qualche circostanza, senza mai pensare minimamente a ciò che rappresenta, la storia che porta in dote sul petto. Per molti versi fanno tenerezza Petrachi e Martusciello che hanno colto al volo la grande opportunità di fare calcio a Salerno ma che, evidentemente non immaginavano di ritrovarsi così impantanati all’esordio in campionato. Ma forse, a scavare, a ben pensare, sono anche loro le uniche due certezze alle quali aggrapparsi per provare quantomeno a ripartire.

 

Sono soli, senza protezione alcuna, senza alternative, con pochissimo da perdere e per questo daranno il meglio che possono; amara ma realistica considerazione. …..E Salerno? Salerno aspetterà giorni migliori, persone migliori, più semplici e genuine, disposte, quantomeno, a dare per poi ricevere e non viceversa….. Danilo Iervolino è andato, è stata una bella suggestione, troppo in fretta trasformatasi in inquietudine, ma la maglia resta, la storia pure. Bersagliera non smettere mai di correre…

* Editoriale del direttore

Marcello Festa

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