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UN MIO COLLEGA DI LAVORO CURA POCO LA SUA IGIENE PERSONALE: COSA SI PUÒ FARE PER EVITARE QUESTO FASTIDIO? L'Avvocato risponde 

UN MIO COLLEGA DI LAVORO CURA POCO LA SUA IGIENE PERSONALE: COSA SI PUÒ FARE PER EVITARE QUESTO FASTIDIO?

L’avvocato Simone Labonia risponde in merito alle abitudini fastidiose sul luogo di lavoro ed in riferimento alla tutela della salute e del benessere dei lavoratori.

L’articolo 2087 del codice civile rappresenta uno dei cardini della tutela dei lavoratori. Esso impone all’imprenditore di adottare “le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro”. La norma non si limita quindi a un elenco chiuso di obblighi, ma introduce un dovere generale di protezione, che si estende ben oltre la mera sicurezza materiale.

Tradizionalmente detto articolo è richiamato in relazione agli infortuni o alle malattie professionali. Tuttavia, la sua portata è più ampia e comprende anche la prevenzione di situazioni che possano ledere la salute psicofisica del dipendente, come comportamenti vessatori, mobbing o abitudini fastidiose che, pur non integrando reati, incidono negativamente sul clima lavorativo.

Esempi concreti possono essere rumori costanti e inutili, interruzioni continue, mancanza di rispetto degli spazi comuni, linguaggio offensivo, uso eccessivo del telefono, fino ad atteggiamenti di “scarsa igiene personale”. Singolarmente tali condotte potrebbero sembrare trascurabili, ma reiterate nel tempo possono creare disagio, stress e tensioni. È in questo contesto che trova applicazione la normativa: il datore di lavoro ha il dovere di prevenire e gestire anche i rischi derivanti da un ambiente ostile o poco salubre sotto il profilo relazionale.

La giurisprudenza ha più volte ribadito che la norma opera come una clausola generale di responsabilità: il datore non è tenuto solo a rispettare la legge o i regolamenti tecnici, ma a garantire in senso lato un ambiente sicuro e rispettoso della dignità umana. Ciò significa, ad esempio, predisporre regolamenti interni sul corretto comportamento, attivare procedure di segnalazione e mediazione dei conflitti, intervenire tempestivamente quando emergono situazioni di disagio.

Non va dimenticato che il concetto di salute, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non si riduce all’assenza di malattia, ma comprende il benessere fisico, mentale e sociale. In questa prospettiva, atteggiamenti ripetuti e fastidiosi, se tollerati, possono ledere la serenità dei lavoratori e compromettere la produttività complessiva.

Non solo prevenzione di incidenti o malattie, ma attenzione quotidiana alle dinamiche relazionali e al clima aziendale, sono elementi fondamentali per garantire un ambiente lavorativo sano, rispettoso e realmente sicuro.

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