UN MEDICO HA SBAGLIATO DIAGNOSI. POSSO ACCEDERE ALLA MIA CARTELLA CLINICA PER UN RISARCIMENTO
Approfondiamo con l’aiuto dell’avvocato Simone Labonia.
Nel campo sanitario, l’errore diagnostico rappresenta una delle principali cause di responsabilità medica.
Una diagnosi errata o tardiva può compromettere gravemente le possibilità di cura del paziente, provocando danni fisici, psicologici e, nei casi più gravi, anche la perdita della vita.
In questi casi, la legge italiana riconosce al paziente, o ai suoi familiari, il diritto al risarcimento del danno, purché sia dimostrato il nesso causale tra l’errore e il pregiudizio subito.
L’errore può consistere nella mancata individuazione tempestiva di una patologia (diagnosi omessa o tardiva), nella formulazione di una diagnosi sbagliata (diagnosi errata), oppure nel mancato ricorso a esami e accertamenti necessari per chiarire il quadro clinico. Tali omissioni possono derivare da negligenza, imprudenza o imperizia del medico, ma anche da disorganizzazione della struttura sanitaria.
Per valutare la presenza di un errore diagnostico, è fondamentale analizzare la documentazione sanitaria. Il paziente ha pieno diritto di ottenere copia integrale della propria cartella clinica.
Questo diritto è riconosciuto sia dal Codice Civile che dalla normativa sulla privacy (GDPR e Codice della privacy italiano), in quanto la cartella clinica è considerata un documento personale.
La cartella clinica contiene informazioni cruciali: anamnesi, esami effettuati, referti, terapie prescritte e valutazioni mediche. L’esame dettagliato di questi elementi consente di ricostruire il percorso assistenziale e accertare eventuali omissioni o incongruenze.
Una volta acquisita la documentazione, è consigliabile rivolgersi ad un avvocato specializzato in responsabilità medica e, spesso, anche a un medico legale.
Questi professionisti valutano se ci sono i presupposti per una richiesta di risarcimento. In caso positivo, è possibile avviare una trattativa stragiudiziale con la struttura sanitaria o promuovere un’azione legale, in riferimento a danni patrimoniali (spese mediche, perdita di reddito) e non patrimoniali (dolore, sofferenza, danno biologico).
In caso di decesso, i familiari possono richiedere un risarcimento per la perdita del rapporto parentale.
In conclusione, l’errore in diagnosi medica non è solo un fallimento clinico, ma anche una violazione dei diritti del paziente.
Conoscere i propri diritti, partendo proprio dall’accesso alla cartella clinica, è il primo passo per ottenere giustizia e un equo risarcimento.
La trasparenza e la documentazione sono strumenti fondamentali per garantire tutela e responsabilità nel sistema sanitario.