Trasporto Pubblico Locale, la Cgil: basta frammentazione, basta ambiguità
Stessi diritti per tutti. Un unico grande vettore per i servizi minimi.
Sul Trasporto Pubblico Locale non esistono zone grigie né riscritture di comodo.
La posizione della CGIL Salerno e della FILT CGIL Salerno è netta, coerente e tracciata nel tempo.
Già nel 2018, la FILT CGIL Salerno indicò come punto cardine della propria relazione programmatica la necessità di superare la frammentazione del Trasporto Pubblico Locale, individuando con chiarezza l’obiettivo di una governance unitaria del sistema, il contrasto al subappalto e al massimo ribasso e la costruzione di un modello fondato su un unico grande vettore per i servizi minimi, capace di garantire uguali diritti, tutele e condizioni di lavoro a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori.
Quella scelta non è mai stata messa in discussione: è stata ribadita nel 2022 e definitivamente confermata nel 2023. Da allora non abbiamo arretrato di un millimetro. Questa linea è chiara e non riscrivibile.
Il Trasporto Pubblico Locale non può essere governato da una sommatoria di interessi aziendali, né può continuare a reggersi su frammentazione, subappalti e dumping contrattuale mascherati da flessibilità o presunta concorrenza.
Le gare dei servizi minimi devono servire a unificare il sistema, non a dividerlo; a rafforzare il lavoro, non a indebolirlo. Devono garantire diritti certi, condizioni uniformi e qualità del servizio.
Su questa linea non abbiamo mai cambiato posizione.
Abbiamo contrastato con determinazione il ricorso al subappalto ogni volta che è stato utilizzato per abbassare il costo del lavoro, spezzettare i servizi e creare lavoratori con diritti diversi. Lo ribadiamo con forza: non esiste qualità del servizio senza qualità del lavoro.
In queste settimane assistiamo a una nuova stagione di dichiarazioni inconcludenti e strumentali da parte di alcune Organizzazioni Sindacali, più impegnate a inseguire convenienze del momento e a difendere assetti imprenditoriali esistenti e micro-interessi aziendali che a tutelare davvero le lavoratrici e i lavoratori.
Una vera e propria bulimia dichiarativa, che prova a coprire con parole altisonanti anni di silenzi, ambiguità e scelte opportunistiche.
Si tenta così di mascherare un dato evidente: la frammentazione del Trasporto Pubblico Locale non tutela nessuno. Produce solo disuguaglianze tra lavoratori che svolgono le stesse mansioni, inefficienze strutturali e spreco di risorse pubbliche.
È arrivato il momento di finirla con i proclami, con le chiacchiere e con le menzogne, e soprattutto di smetterla di mistificare la verità sulle reali posizioni assunte nel tempo a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori.
La storia recente del Trasporto Pubblico Locale parla chiaro e non può essere riscritta a seconda delle convenienze del momento.
C’è chi ha sempre assunto le proprie responsabilità, prendendo posizione senza ambiguità, anche quando questo significava andare controcorrente, contrastare subappalto, massimo ribasso e frammentazione, e stare dalla stessa parte dei lavoratori in ogni fase, non solo quando era comodo o conveniente.
E c’è chi, invece, ha cambiato posizioni come cambiavano gli equilibri, predicando in un modo e praticando tutt’altro, sostenendo modelli che hanno prodotto dumping contrattuale e disuguaglianze e che oggi, per mera opportunità sindacale, tenta di riciclarsi come difensore dei lavoratori, provando a riscrivere il proprio passato.
La CGIL e la Filt non accettano lezioni da nessuno.
La coerenza non si dichiara: si dimostra nel tempo, nelle scelte compiute e nella capacità di stare sempre, senza tentennamenti, dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori
La coerenza si misura nei fatti, nelle scelte compiute nel tempo e nella capacità di stare sempre dalla stessa parte: quella delle lavoratrici e dei lavoratori. Non nelle dichiarazioni di comodo.
Nella provincia di Salerno operano diverse imprese: con dispersione e differenza di risorse, carenza di investimenti e profonde disuguaglianze tra lavoratori che svolgono le stesse mansioni ma con salari, tutele e condizioni diverse. Questo modello va superato senza esitazioni.
Gli investimenti regionali dimostrano che una strada diversa è possibile, ma rischiano di essere vanificati senza una governance unitaria e senza la scelta chiara di affidare i servizi minimi a un unico grande vettore, capace di garantire efficienza industriale, investimenti strutturali e uguali diritti per tutti.
È gravissima la ancora non firma e convalida del Piano Economico Finanziario (PEF) del Lotto 1.
Senza PEF non c’è certezza, non c’è stabilità, non c’è futuro. Questo stallo produce precarietà e scarica ancora una volta l’incertezza sulle spalle dei lavoratori e dell’utenza.
La clausola sociale non è una formula di stile: è un vincolo inderogabile.
La continuità dell’assegnazione del personale all’operatore aggiudicatario deve avvenire senza alcuna soluzione di continuità e senza alcuna differenza tra lavoratori, né economica né normativa né di inquadramento.
Stesso salario, stesso contratto, stessi diritti per tutti. Qualsiasi ipotesi che introduca lavoratori di serie A e lavoratori di serie B è inaccettabile e sarà contrastata senza ambiguità.
La battaglia che ci viene imposta è chiara: eliminare la frammentazione del sistema, costruire un vero riassetto industriale del Trasporto Pubblico Locale e contrastare con forza subappalto e massimo ribasso, che rischiano di tenere una parte dei lavoratori fuori dal perimetro dei diritti e delle tutele.
Su questo terreno la CGIL Salerno e la FILT CGIL Salerno sono e saranno in prima linea.
Su questo non arretriamo.
Il Trasporto Pubblico Locale o è un servizio pubblico giusto ed efficiente, oppure non è.
Sul Trasporto Pubblico Locale non esistono zone grigie né riscritture di comodo.
La posizione della CGIL Salerno e della FILT CGIL Salerno è netta, coerente e tracciata nel tempo.
Già nel 2018, la FILT CGIL Salerno indicò come punto cardine della propria relazione programmatica la necessità di superare la frammentazione del Trasporto Pubblico Locale, individuando con chiarezza l’obiettivo di una governance unitaria del sistema, il contrasto al subappalto e al massimo ribasso e la costruzione di un modello fondato su un unico grande vettore per i servizi minimi, capace di garantire uguali diritti, tutele e condizioni di lavoro a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori.
Quella scelta non è mai stata messa in discussione: è stata ribadita nel 2022 e definitivamente confermata nel 2023. Da allora non abbiamo arretrato di un millimetro. Questa linea è chiara e non riscrivibile.
Il Trasporto Pubblico Locale non può essere governato da una sommatoria di interessi aziendali, né può continuare a reggersi su frammentazione, subappalti e dumping contrattuale mascherati da flessibilità o presunta concorrenza.
Le gare dei servizi minimi devono servire a unificare il sistema, non a dividerlo; a rafforzare il lavoro, non a indebolirlo. Devono garantire diritti certi, condizioni uniformi e qualità del servizio.
Su questa linea non abbiamo mai cambiato posizione.
Abbiamo contrastato con determinazione il ricorso al subappalto ogni volta che è stato utilizzato per abbassare il costo del lavoro, spezzettare i servizi e creare lavoratori con diritti diversi. Lo ribadiamo con forza: non esiste qualità del servizio senza qualità del lavoro.
In queste settimane assistiamo a una nuova stagione di dichiarazioni inconcludenti e strumentali da parte di alcune Organizzazioni Sindacali, più impegnate a inseguire convenienze del momento e a difendere assetti imprenditoriali esistenti e micro-interessi aziendali che a tutelare davvero le lavoratrici e i lavoratori.
Una vera e propria bulimia dichiarativa, che prova a coprire con parole altisonanti anni di silenzi, ambiguità e scelte opportunistiche.
Si tenta così di mascherare un dato evidente: la frammentazione del Trasporto Pubblico Locale non tutela nessuno. Produce solo disuguaglianze tra lavoratori che svolgono le stesse mansioni, inefficienze strutturali e spreco di risorse pubbliche.
È arrivato il momento di finirla con i proclami, con le chiacchiere e con le menzogne, e soprattutto di smetterla di mistificare la verità sulle reali posizioni assunte nel tempo a tutela delle lavoratrici e dei lavoratori.
La storia recente del Trasporto Pubblico Locale parla chiaro e non può essere riscritta a seconda delle convenienze del momento.
C’è chi ha sempre assunto le proprie responsabilità, prendendo posizione senza ambiguità, anche quando questo significava andare controcorrente, contrastare subappalto, massimo ribasso e frammentazione, e stare dalla stessa parte dei lavoratori in ogni fase, non solo quando era comodo o conveniente.
E c’è chi, invece, ha cambiato posizioni come cambiavano gli equilibri, predicando in un modo e praticando tutt’altro, sostenendo modelli che hanno prodotto dumping contrattuale e disuguaglianze e che oggi, per mera opportunità sindacale, tenta di riciclarsi come difensore dei lavoratori, provando a riscrivere il proprio passato.
La CGIL e la Filt non accettano lezioni da nessuno.
La coerenza non si dichiara: si dimostra nel tempo, nelle scelte compiute e nella capacità di stare sempre, senza tentennamenti, dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori
La coerenza si misura nei fatti, nelle scelte compiute nel tempo e nella capacità di stare sempre dalla stessa parte: quella delle lavoratrici e dei lavoratori. Non nelle dichiarazioni di comodo.
Nella provincia di Salerno operano diverse imprese: con dispersione e differenza di risorse, carenza di investimenti e profonde disuguaglianze tra lavoratori che svolgono le stesse mansioni ma con salari, tutele e condizioni diverse. Questo modello va superato senza esitazioni.
Gli investimenti regionali dimostrano che una strada diversa è possibile, ma rischiano di essere vanificati senza una governance unitaria e senza la scelta chiara di affidare i servizi minimi a un unico grande vettore, capace di garantire efficienza industriale, investimenti strutturali e uguali diritti per tutti.
È gravissima la ancora non firma e convalida del Piano Economico Finanziario (PEF) del Lotto 1.
Senza PEF non c’è certezza, non c’è stabilità, non c’è futuro. Questo stallo produce precarietà e scarica ancora una volta l’incertezza sulle spalle dei lavoratori e dell’utenza.
La clausola sociale non è una formula di stile: è un vincolo inderogabile.
La continuità dell’assegnazione del personale all’operatore aggiudicatario deve avvenire senza alcuna soluzione di continuità e senza alcuna differenza tra lavoratori, né economica né normativa né di inquadramento.
Stesso salario, stesso contratto, stessi diritti per tutti. Qualsiasi ipotesi che introduca lavoratori di serie A e lavoratori di serie B è inaccettabile e sarà contrastata senza ambiguità.
La battaglia che ci viene imposta è chiara: eliminare la frammentazione del sistema, costruire un vero riassetto industriale del Trasporto Pubblico Locale e contrastare con forza subappalto e massimo ribasso, che rischiano di tenere una parte dei lavoratori fuori dal perimetro dei diritti e delle tutele.
Su questo terreno la CGIL Salerno e la FILT CGIL Salerno sono e saranno in prima linea.
Su questo non arretriamo.
Il Trasporto Pubblico Locale o è un servizio pubblico giusto ed efficiente, oppure non è.





