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Terzo mandato, il centrodestra apre al confronto: pressing della Lega per un intervento legislativo Politica Primo piano 

Terzo mandato, il centrodestra apre al confronto: pressing della Lega per un intervento legislativo

La possibilità di un terzo mandato per i presidenti di Regione è ormai sul tavolo del centrodestra, come confermato dal vertice che si è tenuto ieri a Montecitorio tra i responsabili dell’organizzazione elettorale della coalizione. Al centro della discussione, le prossime elezioni regionali e soprattutto la ricandidatura degli attuali governatori al secondo mandato, tra cui spiccano i nomi di Luca Zaia (Veneto) e Attilio Fontana (Lombardia). La Lega continua a spingere con forza per un intervento legislativo che consenta il terzo mandato. Un pressing che agita le acque nella maggioranza e mette in difficoltà la premier Giorgia Meloni, attenta a non incrinare i già delicati equilibri interni al governo. Se inizialmente Fratelli d’Italia si era mostrata contraria, ora sembra pronta a valutare una modifica della legge 165 del 2004, che fissa il limite di due mandati consecutivi per i presidenti di Regione nelle Regioni a statuto ordinario. Più difficile da convincere Forza Italia, come testimoniato dalle parole del vicepremier Antonio Tajani:

“Un presidente di Regione ha più potere sul suo territorio di un presidente del Consiglio. Restare troppo al potere non è mai positivo in una democrazia.”

Il caso Campania: il “ritorno” di De Luca

Ma il tema del terzo mandato potrebbe avere ricadute anche nel campo del centrosinistra, in particolare in Campania, dove il governatore Vincenzo De Luca è anch’egli al secondo mandato. Proprio su questo punto, secondo un’indiscrezione del Fatto Quotidiano, durante il vertice a Montecitorio il ministro Francesco Lollobrigida avrebbe osservato:

“Il terzo mandato sarebbe micidiale per il Pd in Campania, perché a quel punto De Luca non sarebbe più fuori gioco.”

La Consulta e i limiti costituzionali

Il paradosso, però, è che fu lo stesso governo Meloni, solo pochi mesi fa, a impugnare davanti alla Corte Costituzionale la legge campana che intendeva aggirare il limite dei due mandati. La Consulta ha poi confermato, con una sentenza ad aprile, che il tetto dei due mandati è un principio fondamentale dell’ordinamento e non può essere superato da leggi regionali.

L’unica via percorribile, dunque, sarebbe una modifica a livello statale della legge 165/2004. Le opzioni allo studio includono:

  • un disegno di legge ordinario,

  • un emendamento in sede di conversione,

  • o addirittura un decreto-legge ad hoc.

Tutte strade che richiederebbero però tempi tecnici stretti, vista la scadenza elettorale e le tensioni già in atto nella coalizione di governo.

Uno scenario aperto e politicamente delicato

Qualunque sia lo strumento scelto, un intervento normativo coinvolgerebbe tutti i governatori al secondo mandato, compreso De Luca, che – qualora la legge venisse modificata – potrebbe rientrare prepotentemente nel gioco elettorale. Un’eventualità che rischia di complicare ulteriormente i già fragili equilibri politici, sia a destra che a sinistra.

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