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Storie di Remo, l’Incredibile George Attualità 

Storie di Remo, l’Incredibile George

 

XVIII PUNTATA

Quando George vide comparire all’ingresso del ristorante la bella Irina ,ebbe un brutto presagio.Era sola ed appariva balbanzosa ,come chi ha una gran voglia di litigare.
La ragazza ,intuito che l’aitante cameriere aveva messo in piedi un meccanismo “seriale”, si era resa conto che le protagoniste coinvolte interpretavano il ruolo della “donna oggetto”.
Le ninfe che quella sorta di fauno reclutava in tempo record ,nel suo “tourbillon” sessuale erano solo strumento di un piacere mordi e fuggi.
Dopo quella fugace, ma intensa raffica di sesso, ognuna sarebbe partita per lidi lontani, portandosi dietro il segreto di quella incredibile avventura.
Ma con lei il “siparietto” aveva funzionato solo a metà; per una volta quell’evento non aveva preso l’aereo ,ma era lì ,di fronte al povero George ,pieno di interrogativi.
Difatti Irina quella sera gli chiese di uscire, poi un’altra sera tra le sue braccia gli fece capire che si stava innamorando di lui.
George terrorizzato cominciò ad evitarla negandosi al telefono .
Questo atteggiamento scatenò un acceso risentimento nella ragazza che si recò dal proprietario del ristorante raccontando tutto .Minacciò anche di rivolgersi ad un suo amico giornalista se quel maniaco non fosse stato licenziato .
Il titolare preoccupato cercò  di calmare la ragazza ,promettendo che avrebbe investigato sull’accaduto.
Difatti ,appena lei andò via ,immediatamente convocò il nostro galletto che messo alle strette fu costretto a confessare tutto.
Il proprietario propose a George di licenziarsi spontaneamente , per evitare inevitabili contestazioni ufficiali .
Esse avrebbero portato le sue “imprese” a conoscenza della moglie con le immaginabili conseguenze.
Di fronte a questa eventualità ,al pimpante regista di quella diabolica trovata , non restò che accettare le condizioni del suo datore di lavoro.
In famiglia disse che non ce la faceva più a sostenere quella vita e che voleva dedicarsi di più ai figli.
In realtà la figura del padre egli non l’aveva mai interpretata secondo le aspettative della moglie Rosita .Ella difatti non si oppose a questa scelta del marito ,immaginandola spontanea e non strumentale come era in realtà.
George cadde in una sorta di misticismo spirituale e ,dopo tempo immemorabile, ricomparve in parrocchia ,chiedendo al Signore di aiutarlo a ritrovare la retta via.
Il figliol prodigo era tornato all’ovile ,per le ragioni che ben conosciamo e questa
sua decisione sarebbe stata una tregua fragile per la sua cronica satiriasi ,se non si fosse affidato ad un padre spirituale.
Lo trovò nella persona di un frate del vicino convento di San Francesco ,a cui affidò le profonde ferite della sua anima.
Per evitare pericolose “ricadute ,gli confessò tutti i suoi misfatti cui era stato indotto dalla satiriasi,
andando alla ricerca di nuovi modelli di vita.
Il frate gli consigliò di tenersi occupato in parrocchia ,operando nell’aiuto dei fratelli più bisognosi ,in modo di fortificare il suo spirito contro ogni tentazione.
George seguì questo consiglio e prese a collaborare con il parroco nell’organizzare gite domenicali ai santuari.
Ma secondo voi il demone molla così facilmente i suoi clienti?
Difatti ,nella mente del giovane pentito ,si fece avanti un episodio a cui egli stesso aveva assistito molti anni prima e di cui si era quasi dimenticato.
Si trovava a passare per il corso Italia, nei pressi della stazione ferroviaria dove solitamente ancora oggi sostano i bus turistici che arrivano a Sorrento da tutto il mondo.
Un gruppo di persone era sceso da un pullman e stava consumando una colazione al sacco.
Il bus aveva un cartello davanti al vetro ,su cui era scritto da dove esso proveniva e George si era fermato a curiosare perché ,a lato del torpedone erano rimaste in piedi una decina di persone che non avevano partecipato a quell’improvvisato convivio gastronomico dei compagni di viaggio. Avevano uno strano abbigliamento somigliante a quello dei “Beati Paoli” che George aveva visto nello sceneggiato TV “La baronessa di Carini”.
Sulle spalle portavano, a mo’di zaino, un contenitore di latta cilindrico che, come vedremo più avanti, doveva contenere delle pietre.
Erano vestiti con una specie di saio grigio nerastro con un largo cappuccio che gli lasciava appena scoperti gli occhi.
Ad un tratto ,questi si riunirono in cerchio ed ognuno aveva allargato le braccia come ali ,poggiandole sulle spalle di quelli che aveva al suo lato.
Formarono una ruota e presero a girare dicendo frasi cadenzate con tono basso ; poi le parole improvvisamente divenivano grida ossessive.
Ad intermezzi regolari, il cerchio si fermava ed i componenti saltavano a piedi uniti provocando un rumore sordo a causa dei sassi che si urtavano nei cilindri di latta sulle loro spalle.
Le parole dell’inquietante ritornello ,all’inizio erano confuse ed incomprensibili ,ma poi divennero nitide e chiare all’orecchio di George:
“ SAVUNNAS SAVUNNAS CANGIA E PANN E ARET PASS”
La gente si fermava a guardare ma poi, impaurita andava via alla spicciolata e con il capo chino. Anche George ad un certo punto sentì il bisogno di allontanarsi da quel dominio esoterico ,perché le grida giungevano ai suoi timpani come martellate.
Ecco quello che dicevano quegli incappucciati:
“Satana Satana cambia i panni e passa dietro di te”.
Il demone si presenta all’anima sotto mentite spoglie che non insospettiscono.
Può essere una bella donna, un tenero vecchietto ,oppure un bambino che saltella innocentemente.
Invece è lui, il principe del male ,pronto ad aggirarti ed entrare dentro di te dal tuo stesso fondoschiena.
George si era ricordato improvvisamente di quella scena e ne aveva parlato al sacerdote che organizzava i viaggi per i Santuari.
Questi gli aveva detto che quel giorno lui si era imbattuto in una di quelle congreghe del male che invocano il demonio.
“Prega ragazzo mio, prega molto in questi pellegrinaggi che stai facendo ,perché il diavolo che per tanto tempo ti ha fatto compagnia nella tua esaltazione sessuale non si arrende. Non vuole perderti come cliente e verrà ancora a tentarti.
Dovrai resistere ,ma senza la preghiera e un po’ di penitenza non ce la farai.”
Il sacerdote poi gli aveva dato un rosario benedetto ,da tenere al collo in difesa delle tentazioni.
E quando quelle frasi degli incappucciati gli tornavano alla mente, la mano di George istintivamente andava sotto la camicia ,alla ricerca di quel rosario e del suo piccolo crocifisso di legno .

 

 

Camily Bosch

scritto da 







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