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Sarno, Aliberti (NM): «una città che dorme. Non basta regolamentare: serve visione, coraggio, futuro» Provincia Provincia e Regione 

Sarno, Aliberti (NM): «una città che dorme. Non basta regolamentare: serve visione, coraggio, futuro»

«L’ordinanza firmata dal sindaco Squillante, valida dal 30 maggio al 30 settembre, consente agli eventi serali con musica e intrattenimento di proseguire fino all’1:30, dal giovedì alla domenica. Una misura che l’amministrazione presenta come un “aiuto concreto” al commercio locale e come un segnale di apertura verso la cosiddetta movida estiva. Eppure, il vero problema non è l’orario. È la realtà che si finge di non vedere. Perché a Sarno non c’è alcuna movida da contenere. C’è solo un vuoto da colmare. Non è la musica a creare disagio. È il silenzio. È l’assenza». A dirlo Maria Rosaria Aliberti, consigliere comunale di opposizione in quota Noi Moderati in merito all’ordinanza firmata dal sindaco Francesco Squillante. «La città si spegne presto, troppo presto. I giovani scelgono da anni altre destinazioni: Nocera, Pagani, Cava, Salerno. Persino comuni più piccoli, come San Valentino Torio, riescono a offrire più identità, spazi ed energia di Sarno. Chi resta, lo fa per necessità. Non per scelta. Non per opportunità. Chi governa dovrebbe avere il coraggio di dire le cose come stanno: non c’è nulla da prorogare, perché da troppo tempo manca un’offerta reale. Allungare gli orari non cambia nulla se manca la sostanza stessa. Il problema non sono i limiti. Il problema è l’assenza di visione, progetto, futuro – ha aggiunto la consigliera Aliberti – Gli ultimi dieci anni raccontano una storia chiara: nessun piano culturale duraturo; abbandono del centro storico; nessuna politica giovanile strutturata; spazi pubblici chiusi, inutilizzati o ignorati; iniziative sporadiche, scollegate, autoreferenziali. E no: non basta un cartellone estivo per coprire il fallimento di una visione. I giovani non restano dove ci sono solo eventi spot. Restano dove trovano senso, riconoscimento, ascolto, possibilità».

A dirlo con più forza di tanti amministratori è Carmine Albero, giovane artista rap sarnese:

«Noi giovani sarnesi ci sentiamo dimenticati. Facciamo arte, scriviamo, cantiamo, ma non abbiamo spazi, non abbiamo occasioni, non abbiamo stimoli. Sarno ci ama solo quando ci deve mostrare, ma non ci ascolta mai davvero. È dura restare in una città che non crede in te.»

Parole nette, vere, inascoltate. «Un’amministrazione seria dovrebbe ripartire da qui: ascoltare. E poi agire. Restituire dignità, centralità, fiducia. Investire nella cultura non come decorazione, ma come infrastruttura civile.Sostenere chi crea, chi innova, chi sceglie di restare. Non con passerelle, ma con atti concreti: spazi, bandi, patti civici, reti attive – ha detto ancora l’avvocato Aliberti – Chi governa una città non può limitarsi a gestire l’orario dei locali. Deve avere il coraggio di guidare un cambiamento vero. Sarno ha bisogno di molto più di una proroga estiva. Ha bisogno di spazi rigenerati, di talenti valorizzati, di un’economia fondata sull’identità, di una strategia culturale e generazionale seria, duratura, condivisa. Chi governa deve costruire. Non solo autorizzare. Non servono più proclami. Serve una svolta. Non serve un regolamento sulla movida. Serve una visione.

Una visione per una città viva, giusta, contemporanea. Una città che non si accontenti più di dormire, ma che finalmente scelga di svegliarsi. E io, da donna delle istituzioni, continuerò ad alzare la voce per ciò che a Sarno spetta: una politica all’altezza dei suoi cittadini. E soprattutto dei suoi giovani».

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