Sarno: 43enne condannato per mafia non può vendere la casa
Vende una quota dell’immobile ereditato dal padre nonostante sia condannato per associazione mafiosa. La Cassazione ha confermato l’impianto accusatorio della Corte d’Appello di Salerno che, nel 2016, ha riconosciuto il sarnese Carmine Buonaiuto responsabile della vendita ed emettendo così la pena di un anno e quattro mesi di reclusione, oltre a una multa di 700 euro per il 43enne.
L’uomo nel 2009 aveva incassato 27.777,78 per aver ceduto la quota della proprietà che il padre del 43enne aveva lasciato in eredità a tutti i suoi figli. Nessuna comunicazione è stata fatta dopo la vendita alla Guardia di Finanza, che secondo i magistrati salernitani doveva essere messa al corrente dalla variazione qualitativa del patrimonio di Buonaiuto, che da un immobile di proprietà si era trasformata in una somma di denaro. Per questo Buonaiuto, difeso dall’avvocato Vincenzo Calabrese, ha presentato ricorso dinnanzi alla Suprema Corte, sostenendo che la comunicazione alla Finanza non è stata fatta in quanto l’operazione immobiliare era già oggetto di pubblicità legali e, quindi, impossibilitata a essere occultata alla magistratura. Ma i giudici della Prima sezione penale (presidente Patrizia Antonella Mazzei, relatore Marco Vannucci) Buonaiuto aveva il dovere di allertare le forze di polizia prima di mettere in vendita la proprietà di famiglia con i suoi fratelli. Fonte: La Città di Salerno