Salerno, la Cisl: emergenza caldo e tutela dei lavoratori
La Segreteria Provinciale della FIT-CISL, esprime a nome di tutte le lavoratrici e i lavoratori del trasporto aereo, terrestre, marittimo e portuale, nonché dei settori dell’igiene ambientale e della viabilità, la nostra più profonda preoccupazione per l’ennesima estate segnata da temperature estreme che mettono a rischio la salute e la vita stessa di chi lavora.
Accogliamo con attenzione la convocazione prefettizia, ma riteniamo non più rinviabile l’adozione di misure urgenti, strutturali e vincolanti, in linea con quanto già previsto dal Protocollo Caldo 2025 firmato dal Ministero del Lavoro e con le ordinanze regionali sottoscritte dal Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
I lavoratori del Trasporto Pubblico Locale (TPL), in particolare quelli impegnati nei turni di capolinea, nella vendita dei titoli di viaggio e nelle attività esposte al sole, sono quotidianamente sottoposti a condizioni climatiche insostenibili, spesso senza alcuna protezione adeguata. È inaccettabile che nel 2025 si continui a ignorare il rischio concreto di stress termico, colpi di calore e infortuni gravi, come purtroppo dimostrano i tragici eventi degli ultimi anni.
Ricordiamo che il D.Lgs. 81/2008, all’art. 28, impone l’obbligo per i datori di lavoro di valutare tutti i rischi, compresi quelli derivanti da fattori microclimatici. Inoltre, il recente Protocollo Caldo 2025 prevede la riorganizzazione dei turni, l’adeguamento dei DPI, la sorveglianza sanitaria e l’accesso a pause e ristori nelle ore più calde.
Chiediamo al Prefetto di Salerno di farsi promotore di un tavolo permanente con le istituzioni locali, le aziende e le organizzazioni sindacali per garantire l’applicazione immediata delle misure previste, anche attraverso ordinanze territoriali che vietino il lavoro all’aperto nelle ore di massima esposizione solare.
Invitiamo le Segreterie Confederali e tutte le istituzioni competenti a unirsi a questa battaglia di civiltà. Non possiamo più tollerare che il cambiamento climatico venga affrontato con inerzia, mentre i lavoratori continuano a pagare con la salute – e talvolta con la vita – l’assenza di prevenzione.