Salernitani aggrediti allo stadio di Zagabria da gruppi ultras croati: la Farnesina indaga sull’accaduto
Un addio al celibato tra amici, un viaggio da ricordare che si è trasformato in un incubo di violenza gratuita e cieca. È accaduto sabato sera a Zagabria, in Croazia, all’interno dello stadio Maksimir, durante una partita della Dinamo. Un gruppo di quindici ragazzi salernitani, giunti in città per celebrare le nozze imminenti di uno di loro, è stato brutalmente aggredito sugli spalti. I giovani, del tutto ignari del contesto ultras locale, avevano acquistato i biglietti nel settore destinato ai tifosi di casa, trovandosi in mezzo a famiglie e bambini. Ma l’atmosfera si è presto trasformata: un uomo incappucciato si è avvicinato al gruppo e ha chiesto in inglese la loro provenienza. La risposta – “We are Italian” – è bastata a scatenare l’inferno. In pochi istanti, il gruppo è stato circondato da altri individui travisati che li hanno colpiti con calci e pugni in un’aggressione feroce. Una vera spedizione punitiva, senza alcuna giustificazione. Il bilancio è grave: sei ragazzi feriti, tre dei quali ricoverati in ospedale. Uno di loro ha riportato una frattura alla parete oculare e dovrà essere operato. Il futuro sposo, sotto choc, riesce a dire solo: «È stato un incubo». Le famiglie e gli amici dei giovani aggrediti ora chiedono giustizia e verità, mentre il Ministero degli Esteri italiano, informato dell’accaduto, ha avviato contatti con le autorità croate. Un episodio inquietante che lascia sgomenti e solleva interrogativi sulla sicurezza negli stadi e sul crescente clima di intolleranza. Quella che doveva essere una festa si è tramutata in una ferita profonda.