Roccapiemonte, lanciò la figlioletta dal balcone: moglie e marito davanti alla Corte d’Assise
“Mia figlia mi disse di aver fatto tutto da sola, che il parto era stato difficile, ma di aver rimosso il momento in cui lanciò la piccola dalla finestra del bagno”. Una deposizione segnata dal dolore quella resa ieri, davanti ai giudici della Corte d’Assise, dalla madre di una 47enne di Roccapiemonte che, nel settembre 2020, si liberò della neonata appena partorita gettandola dal secondo piano di un’abitazione in via Roma. Sul banco degli imputati, con l’accusa di omicidio volontario in concorso, c’è anche il marito che ha sempre negato di essere il padre della bambina sostenendo di ignorare lo stato di gravidanza della moglie. Lo scrive oggi il Mattino.
Il corpicino della neonata fu ritrovato da alcuni passanti in un’aiuola, ormai privo di vita. Le indagini chiarirono rapidamente la dinamica: la donna fu arrestata con l’accusa di omicidio volontario insieme al marito, successivamente rimesso in libertà dal gip di Nocera che non ravvisò a suo carico gravi indizi di colpevolezza. Al momento del parto in casa c’erano anche il marito e l’altro figlio, allora 17enne. L’uomo, davanti agli inquirenti, ha sempre ribadito di ignorare la gravidanza, mettendo persino in dubbio la sua paternità. Fu lui stesso a riferire delle condizioni psichiche della moglie, in cura da anni, che avevano reso impossibile la convivenza. Per questo lui e il figlio, dopo denunce per stalking e maltrattamenti, erano stati costretti ad allontanarsi. Solo nel gennaio 2020 erano tornati a vivere insieme ma l’uomo ha sempre sostenuto che tra lui e la moglie non vi fosse più alcun legame coniugale, né rapporti di natura sessuale, dichiarando di convivere da tempo come due estranei.











