Putin all’Europa: “Atteggiamento irresponsabile”. La Russia vuole tutta la costa ucraina
Novanta minuti di colloquio per certificare che l’Europa e la Russia, oggi più di ieri, sono ormai nemici. La telefonata tra il presidente del Consiglio Ue Charles Michel e Vladimir Putin aumenta la consapevolezza, a Bruxelles e nelle cancellerie del Vecchio continente, che la fase due della guerra in Ucraina sarà lunga e, se possibile, ancora più cruenta e rischiosa. Le posizioni si stanno progressivamente allontanando e nel corso del colloquio Michel ha ribadito al capo del Cremlino come l’Unione sia pronta a dare ogni sostegno possibile all’Ucraina. Scatenando l’ira dell’interlocutore: “Sulla necessità di una soluzione militare del conflitto, l’Europa è irresponsabile”, è stato l’attacco di Putin.
In un venerdì segnato dal pessimismo diplomatico l’unico spiraglio è aperto dall’incontro che, martedì al Cremlino, avranno il presidente russo e il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres. “Pieno sostegno agli sforzi delle Nazioni Unite per una tregua”, ha sottolineato Michel, che dopo Putin ha sentito proprio Guterres. Ma le aspettative sono minime. Prima del 9 maggio, è la convinzione che serpeggia nei corridoi dei vertici europei, nulla cambierà. “Le prossime due settimane saranno decisive”, hanno ammesso fonti europee alla luce degli ultimi aggiornamenti sul fronte diplomatico e su quello militare.
MOSCA VUOLE TUTTA LA COSTA – “Il pieno controllo” del Donbass e di tutta l’Ucraina meridionale fino a Odessa, prendendo non solo il corridoio di collegamento terrestre con la Crimea ma anche quello che porta alla Transnistria e bloccando così a Kiev l’accesso al mare. Lanciata la fase due della guerra, ufficialmente “cominciata due giorni fa” con l’assalto a suon di furiosi bombardamenti alle regioni di Lugansk e Donetsk, Mosca delinea ora i nuovi obiettivi militari. Che, secondo il comandante ad interim del distretto militare centrale Rustam Minnekayev, saranno ancora più ambiziosi. “Il controllo sull’Ucraina meridionale è un’altra via d’accesso alla Transnistria, dove pure si evidenziano episodi di discriminazione contro i residenti russofoni”, ha detto l’alto ufficiale russo. Piani che hanno subito allarmato la Moldavia, spingendola a convocare l’ambasciatore di Mosca a Chisinau per denunciare le minacce di invasione della regione separatista filorussa, la cui frontiera dista solo poche decine di chilometri da Odessa