Presunto voto di scambio a Scafati, la procura deposita l’Appello per sindaco e altri imputati: non c’è il ricorso contro Andrea Ridosso
La Dda di Salerno ha ufficialmente depositato il ricorso in Appello per il processo “Sarastra bis”, relativo al presunto patto politico-mafioso a Scafati. Un nuovo round giudiziario, che vede nuovamente alla sbarra figure politiche di primo piano e presunti esponenti del clan Loreto-Ridosso, dopo che nel novembre scorso il Tribunale di Nocera Inferiore aveva assolto tutti gli imputati perché “il fatto non sussiste”. Ora, l’Appello della Procura guidata da Giuseppe Borrelli riapre il caso, puntando a una nuova valutazione delle prove da parte della Corte.
Il ricorso riguarda tutti gli imputati principali – Pasquale Aliberti, Nello Maurizio Aliberti, Monica Paolino, Roberto Barchiesi, Giovanni Cozzolino e Ciro Petrucci – ad eccezione di Andrea Ridosso, fratello del già condannato Luigi Ridosso. Proprio su Andrea Ridosso, inizialmente indicato come fulcro dell’accordo tra politica e camorra, la Procura ha deciso di non impugnare l’assoluzione, riconoscendo l’infondatezza dell’impianto accusatorio nei suoi confronti.
In primo grado, il pm della Dda, Rocco Alfano, aveva chiesto complessivamente 38 anni di carcere, sostenendo l’esistenza di un asse tra esponenti politici locali – tra cui l’attuale sindaco di Scafati e la moglie, l’ex consigliera regionale Monica Paolino (Forza Italia) – e i vertici del clan Loreto-Ridosso. Ma i giudici bocciarono l’intera ricostruzione accusatoria, sostenendo che mancassero riscontri concreti alle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia.