Politica e camorra a Scafati: in sette a processo
Voti in cambio di appalti pubblici ai clan del territorio: il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Salerno, Emiliana Ascoli, ha accolto le richieste della Procura Antimafia e ha rinviato a processo l’ex sindaco di Scafati,Pasquale Aliberti, la moglie Monica Paolino , il fratello Nello, l’ex consigliere comunale di Scafati,Roberto Barchiesi, l’ex staffista comunale Giovanni Cozzolino, l’ex vice presidente della società partecipata Acse, Ciro Petrucci e l’esperto in politiche sociali Andrea Ridosso. La decisione è arrivata poco dopo le 15.30 di ieri, durante l’udienza di ieri tenutasi presso l’aula bunker del carcere di Fuorni. Saranno loro a dover affrontare il processo davanti al primo collegio dei giudici del Primo collegio di Nocera Inferiore, presieduto da Raffaele Donnarumma, il prossimo 6 giugno. Gennaro e Luigi Ridosso ,insieme al pentito Alfonso Loreto hanno, scelto il rito abbreviato, dopo che gli è stata rigettata la richiesta di condizionato. In questo caso il procedimento prenderà il via nell’aula B della Corte d’Appello di Salerno davanti al giudice Emiliana Ascoli il prossimo 25 giugno. Stralciata al momento, invece, la posizione dei titolari delle imprese funebri, Giuseppina Ametrano, Alfonso Cesarano e Catello Cesarano ,che per la Dda avrebbero beneficiato di affissioni gratuite da parte del Comune scafatese quando Aliberti era sindaco. Su questo filone andranno già a processo Aliberti e Giovanni Cozzolino con l’accusa di abuso d’ufficio aggravato dal metodo mafioso.
Rispondono di minacce alla giornalista Valeria Cozzolino, invece, oltre all’ex primo cittadino, il fratello Nello Maurizio e Gennaro Ridosso, mentre sono accusati di estorsione Gennaro e Luigi Ridosso insieme al collaboratore di giustizia Alfonso Loreto. La prima parte dell’udienza di ieri, oltre a definire gli incidenti probatori chiesti dalla Procura e accolti dal giudice, è servita per valutare l’istanza dei legali di Aliberti per permettere al proprio assistito il ricovero in una struttura sanitaria della Campania e curarsi adeguatamente dopo il malore che l’ha colpito venerdì scorso e che ha reso necessario il ricovero all’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila. La richiesta però, dopo la già valutazione negativa dell’Antimafia, è stata rigettata dal gup Ascoli alla luce delle intercettazioni ambientali di conversazioni tra Nello Maurizio Aliberti e Giovanni Cozzolino acquisite dalla Dda e già oggetto di un’inchiesta avviata da qualche mese. Il giudice ha ritenuto valida la tesi dei pm Vincenzo Montemurro e Luca Masini, secondo i quali Aliberti riuscirebbe, anche a distanza, a influire sui testi della Procura e a comunicare con l’esterno nonostante le prescrizioni secondo cui dovrebbe essere ristretto ai domiciliari nella località abruzzese di Roccaraso. Bocciata anche l’istanza di scarcerazione richiesta dagli avvocati dell’ex sindaco sulla scorta dello scambio di messaggi Whatsapp tra i fratelli Andrea e Luigi Ridosso, in cui si evidenziava la difficoltà di entrare in contatto con il politico di Forza Italia. Anche in questo caso, il giudice Ascoli ha ritenuto valide le motivazioni dei magistrati dell’Antimafia,che hanno spiegato di non avere a disposizione i messaggi alla data del primo Riesame e non sono state valutate come un atto favorevole alla difesa del politico.
Fonte La Città