Pisciotta-Palinuro e Centola-Palinuro, l’accessibilità ferroviaria resta esclusa. Il Cnddu sulla risposta di Rfi
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani prende atto della risposta ufficiale ricevuta da Rete Ferroviaria Italiana (RFI) in merito alla segnalazione trasmessa dall’attivista per i diritti delle persone con disabilità Christian Durso riguardante l’inaccessibilità delle stazioni ferroviarie di Pisciotta-Palinuro e Centola-Palinuro-Marina di Camerota alle persone con disabilità.
La comunicazione di RFI, dettagliata e formalmente ineccepibile, descrive uno stato di fatto che tuttavia pone interrogativi profondi sullo scarto persistente tra il dettato normativo europeo e la sua effettiva attuazione nei territori, in particolare quelli periferici. Le due stazioni, collocate lungo un’arteria ferroviaria strategica come la Battipaglia–Reggio Calabria, risultano oggi strutturalmente inaccessibili: marciapiedi bassi, sottopassi esclusivamente con scale, assenza di personale di assistenza PRM e nessun inserimento nel circuito delle oltre 370 stazioni abilitate.
Colpisce, nella risposta, la reiterazione di un principio formale: l’assenza di un obbligo giuridico a inserire tutte le stazioni nel circuito di assistenza. È proprio questo passaggio che merita una riflessione pubblica. I diritti, a partire da quelli alla mobilità e alla partecipazione sociale, non possono essere subordinati a criteri di “frequentazione”, né a valutazioni di convenienza infrastrutturale. Il rischio è trasformare l’accessibilità da diritto universale a servizio opzionale, disponibile solo dove i numeri lo giustificano.
Indicativo è anche il rinvio alle stazioni “più vicine” dotate di assistenza, come Vallo della Lucania-Castelnuovo e Sapri. Una soluzione che, nella pratica, equivale a spostare il problema sulle spalle delle persone con disabilità, chiamate a colmare con ulteriori spostamenti ciò che dovrebbe essere garantito in partenza.
Accogliamo con interesse, ma con altrettanta cautela, l’apertura manifestata da RFI in merito alla possibile realizzazione di ascensori nella stazione di Pisciotta-Palinuro. È un segnale, sì, ma ancora privo di tempi, risorse e impegni vincolanti. Nulla, inoltre, viene previsto per la stazione di Centola-Palinuro-Marina di Camerota, che resta completamente esclusa da qualsiasi prospettiva di intervento.
Il Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani ribadisce che l’accessibilità non è una concessione, bensì una condizione essenziale di cittadinanza. Le stazioni ferroviarie non sono semplici infrastrutture: sono porte di accesso alla vita sociale, culturale ed economica di un territorio. Lasciarle chiuse a una parte della popolazione significa legittimare una discriminazione strutturale.
Raccogliamo e rilanciamo l’appello di Christian Durso affinché le istituzioni, a tutti i livelli, assumano una responsabilità politica e culturale chiara: programmare interventi che mettano al centro le persone, non le statistiche. Perché un Paese che misura i diritti in base ai flussi di traffico è un Paese che ha smarrito il senso stesso della parola “uguaglianza”.
Il CNDDU continuerà a monitorare la vicenda, promuovendo il dibattito pubblico e l’educazione ai diritti umani, affinché nessuno debba più chiedere “permesso” per salire su un treno.





