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Omicidio Vassallo, indagine bis: “A sparare al sindaco fu l’ex carabiniere” Primo piano Provincia Provincia e Regione 

Omicidio Vassallo, indagine bis: “A sparare al sindaco fu l’ex carabiniere”

Indagine bis sull’omicidio Vassallo, nel frattempo Romolo Ridosso dal carcere di Ferrara dove è stato sentito dalla Dda salernitana  e dove è recluso per un cumulo di pena avrebbe fatto il nome Lazzaro Cioffi. Indicando proprio il carabiniere «infedele», ma molto vicino a Cagnazzo, come colui che ha premuto il grilletto ed esploso ben nove colpi all’indirizzo di Vassallo. Romoletto  su questo punto è molto preciso: «il coinvolgimento di Cioffi e Cipriano nell’omicidio mi fu esplicitamente rappresentato a dicembre». Quel giorno, assieme alla sua ex compagna Antonella Mosca, altro teste chiave nelle indagini che hanno incastrato lui e gli altri tre per l’omicidio, era andato al cinema gestito da Cipriano a Scafati e, mentre la donna con i suoi figli, vedeva un film di prima visione, lui salì con Cipriano negli uffici di quest’ultimo. Lo scrive oggi il Mattino in un articolo dettagliato a firma di Petronilla Carillo e Leandro del Gaudio. «In questa circostanza – ha raccontato Ridosso nel suo interrogatorio di garanzia – Cipriano mi disse esattamente che l’omicidio era stato commesso da loro e, in particolare, da Lazzaro Cioffi che era stato l’esecutore. In particolare mi disse “è stato ‘o cumpagno tuo”. Io dedussi che era Cioffi perché era l’unico del gruppo che frequentavo assieme a lui». Deduzioni, caccia ai riscontri. E aggiunge. «Mi elencò – ha ricordato Ridosso nella prima giornata di interrogatorio – quelle che erano state le cause dell’omicidio, rappresentando in primo luogo che il sindaco voleva cacciarlo da Acciaroli sia a causa del furto in un locale di sua proprietà, vicino al cinema, commesso da Rino Di Somma suo dipendente, sia perché non aveva concesso a Maurelli la possibilità di fare dei lavori al porto di Acciaroli; e sia perché, infine, aveva scoperto il loro traffico di droga. Quando io lo rimproverai di avermi portato ad Acciaroli due giorni prima dell’omicidio, benché io fossi già indagato per l’omicidio Muollo, si mise a ridere». Ridosso andò poi da Cioffi a chiedere conferma di quanto aveva saputo: “Lui si mise a ridere e mi disse
di non dargli retta poi aggiunse che io ora stavo sulla montagna (Lettere, ndr) perché ero innamorato e mi consigliò di ritornare lì e di rimanerci. Fu allora che iniziai ad aver paura di Cioffi”.

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