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NON MI SEMBRA GIUSTO CHE I SITI PORNO SIANO FACILMENTE ACCESSIBILI AI MINORI: COME OVVIARE? L'Avvocato risponde 

NON MI SEMBRA GIUSTO CHE I SITI PORNO SIANO FACILMENTE ACCESSIBILI AI MINORI: COME OVVIARE?

Risponde a questo quesito l’avvocato Simone Labonia, su un argomento particolarmente delicato, per l’equilibrio formativo dei giovanissimi.

Dal 12 novembre 2025 l’Italia ha introdotto regole vincolanti per impedire l’accesso dei minori ai siti pornografici: non basta più cliccare «ho più di 18 anni»: i gestori dovranno adottare sistemi di verifica dell’età ritenuti adeguati dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM).
La delibera che entra in vigore dispone obblighi tecnici e sanzionatori, fino al blocco del sito o a multe significative, per chi diffonde contenuti vietati ai minori e non si adegua alle dispisizioni.

Le nuove misure richiedono a editori e piattaforme di implementare meccanismi di “age verification” che garantiscano, nel rispetto della minimizzazione dei dati, che l’utente sia maggiorenne.
Per i siti con sede in Italia l’obbligo è già attivo; per i grandi operatori esteri è previsto un periodo transitorio più lungo (fino al 1° febbraio 2026, in molti casi), per conformarsi.
L’obiettivo è armonizzarsi con il quadro europeo, in particolare e con le iniziative comunitarie che promuovono soluzioni tecniche condivise, per la verifica dell’età.

Le soluzioni tecniche possibili variano dall’utilizzo di servizi di terze parti che rilascino un token di verifica anonimo, a sistemi basati su identità digitale, fino a controlli documentali più tradizionali.

Si insiste, però, sul principio della privacy: la verifica deve limitare la raccolta e la conservazione di dati sensibili, evitando che la prova dell’età si trasformi in un tracciamento degli utenti.
Critiche e dubbi pratici non mancano, in merito a queste innovazioni.

Esperti e operatori segnalano costi tecnici e rischi reali per la privacy: oltre al pericolo che misure rigide spingano i minori verso canali non regolati o verso tecniche di elusione.
Al contempo, autorità e parte della società civile sottolineano che lo status quo, basato sulla mera autodichiarazione, è inaccettabile dal punto di vista della tutela dei minori.
Le iniziative europee (compresi prototipi di app per la verifica dell’età) mirano a trovare un equilibrio tra efficacia di controllo e rispetto dei diritti degli utenti.

Per gli operatori, la priorità ora è verificare se il proprio sito rientra nelle categorie obbligate, valutare soluzioni tecniche conformi e aggiornare i policy ed il trattamento di dati personali.
Per le famiglie, la norma rafforza l’idea che la protezione dei minori richiede strumenti tecnici, ma anche educazione digitale e dialogo istituzionale.

L’Italia, dunque, raccorda il proprio dispositivo normativo alle pressioni europee per limitare l’esposizione dei minori a contenuti pornografici, ma le sfide restano: implementazione tecnica, tutela della privacy e efficacia reale rappresentano il quadro giuridico che impone responsabilità precise agli operatori digitali.

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