NON BASTANO PIÙ LACRIME, APPLAUSI E PALLONCINI
*La rubrica dell’esperto
Martina Carbonara aveva quattordici anni ed è l’ultima vittima di una strage infinita.
Sembra di assistere ad un copione ormai stereotipato, le cui modalità di attuazione sono codificate.
Forse non è chiaro che solo la pubblicizzazione di questi gesti non fa altro che omologarli in una sequenza precostituita .
Il rischio è che nella follia mentale degli attori di queste tragedie si inneschi un “modus sociale” del tipo “così fan tutti”.
Ricordate il delitto di onore?
Fu abrogato nel 1981 ;esso era una forma di ritorsione con cui i familiari maschi della “disonorata”punivano l’uomo che le aveva tolto l’onore , fino all’omicidio.
Tornando invece ai “femminicidi , e’ormai chiaro che la follia omicida del maschio non si ferma con nessuna legge.La mente dell’amante abbandonato si acceca e neppure la paura dell’ergastolo riesce a fermarlo.
Non è più questione di codice penale, o dí coercizioni tipo braccialetto elettronico; quando la persona offesa “decide “ non si ferma più.
Allora che fare?
L’unica soluzione è agire sulla maturazione culturale del rispetto e la parità di genere.
I “media “, anziché preoccuparsi solo di produrre social finalizzati al fatturato ,curassero il messaggio culturale .
L’informazione educativa è fondamentale,non solo per chi uccide ma anche per le vittime e i loro familiari.
Martina Carbonara aveva 14 anni ed è stata uccisa dopo aver lasciato il fidanzato rivelatosi violento.
Parliamo di un’adolescente che già da qualche anno aveva libertà di frequentazione e di rapporti sentimentali con ragazzi più grandi.
Siamo in epoca in cui queste “precocità” accadono , ma andrebbero monitorate meglio dai genitori.Dopo la manifestazione della violenza ,il giovane diciannovenne si era anche mostrato insofferente all’abbandono e questa combinazione di eventi avrebbe dovuto accendere la “lampadina “ nella mente dei genitori.
Sono questi i temi da valutare in sede di acculturamento ;
e” questa l’unica strada percorribile per creare nelle famiglie le difese possibili nelle prevenzioni di queste atrocità.
*Camillo Lambiase