I VANDALI DEL TERZO MILLENNIO!
Il nostro giornale ha dato notizia di un deprecabile atto vandalico contro un bus, in una frazione della periferia cittadina: con l’avvocato Simone Labonia facciamo un approfondimento del fenomeno, con particolare attenzione agli ambienti sportivi.
La normativa italiana contro gli atti di vandalismo, specialmente nel contesto sportivo, si è evoluta negli anni per rispondere al fenomeno della violenza e del danneggiamento, legati a tali eventi.
La disciplina mira a contrastare un fenomeno che coinvolge spesso tifosi e sostenitori, specialmente in occasione di manifestazioni calcistiche, attraverso una combinazione di sanzioni penali e amministrative.
Nel nostro ordinamento, gli atti di vandalismo rientrano principalmente nel reato di “danneggiamento” disciplinato dall’articolo 635 del Codice Penale, che punisce chiunque distrugga, disperda, deteriori o renda, in tutto o in parte, inservibili beni mobili o immobili altrui. La pena prevista varia a seconda della gravità del danno e delle circostanze aggravanti, come il reato commesso in occasione di una manifestazione pubblica o sportiva. In tali casi, la legge prevede pene che possono arrivare alla reclusione da sei mesi a tre anni.
Accanto alle disposizioni del Codice Penale, il legislatore italiano ha introdotto misure amministrative specifiche per gli eventi sportivi. Una delle più importanti è il “DASPO” (Divieto di Accedere a manifestazioni Sportive), una misura introdotta per contrastare i comportamenti violenti e vandalici negli stadi. Con il DASPO, il questore può vietare a individui ritenuti pericolosi di partecipare a eventi sportivi per un periodo che varia da uno a cinque anni, e in casi di recidiva o particolare gravità fino a dieci anni. L’obiettivo è limitare l’accesso agli stadi di persone con precedenti per atti di violenza o vandalismo, prevenendo possibili disordini.
Il DASPO può essere accompagnato dall’obbligo di presentazione presso le autorità di polizia durante lo svolgimento della partita, per monitorare il soggetto e impedirgli di partecipare ad attività connesse alla competizione sportiva.
Oltre al DASPO, la normativa prevede ulteriori provvedimenti come il divieto di vendita di bevande alcoliche nei pressi degli stadi e l’obbligo di biglietti nominativi per tracciare gli spettatori. Recenti decreti hanno poi rafforzato la possibilità di utilizzare sistemi di sorveglianza per individuare in anticipo eventuali comportamenti illeciti. Le società sportive possono essere multate o sanzionate in caso di mancato rispetto delle misure di sicurezza, incentivando così la collaborazione tra autorità pubbliche e club sportivi.
Sebbene l’applicazione di tali normative presenti delle criticità, specie per la difficoltà di identificare e monitorare singoli individui, la linea adottata dal legislatore è chiara: mantenere un ambiente sicuro e civile negli eventi sportivi, tutelando così il diritto del pubblico a vivere lo sport come momento di socialità e aggregazione, libero da atti di violenza o vandalismo.