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GLI ANIMALI NON SONO OGGETTI MA ESSERI MERITEVOLI DI RISPETTO ED ATTENZIONE! L'Avvocato risponde 

GLI ANIMALI NON SONO OGGETTI MA ESSERI MERITEVOLI DI RISPETTO ED ATTENZIONE!

Riportata dalla cronaca del nostro giornale, la denuncia nei confronti di un individuo, colpevole del tentativo di soppressione di due cuccioli, lanciati in un torrente! Con l’avvocato Simone Labonia approfondiamo le norme penali.

La tutela degli animali ha subito un’evoluzione significativa nel corso della storia, passando da una concezione meramente utilitaristica a una visione più rispettosa del loro benessere e della loro dignità. In Italia, i maltrattamenti e la soppressione di animali sono disciplinati dal codice penale, con importanti aggiornamenti normativi che hanno recepito le direttive europee e l’evoluzione culturale in materia.

Inizialmente, il codice penale del 1930 (c.d. Codice Rocco) considerava gli animali come meri oggetti di proprietà, punendo i maltrattamenti solo se arrecavano danno al proprietario, con sanzioni contro chi trattava gli animali “con crudeltà o senza necessità“: ma si trattava di una fattispecie contravvenzionale, quindi con pene lievi e poca incisività sul piano dissuasivo.

Un primo passo verso un approccio più moderno si è avuto con la legge n. 189/2004, che ha introdotto i delitti contro il “sentimento per gli animali“, con aumento delle pene, introducendo la reclusione.
In particolare: l’uccisione di animali con crudeltà o senza necessità con la reclusione da 4 mesi a 2 anni, i maltrattamenti, incluse lesioni e sevizie, con pene fino a 18 mesi di reclusione, con aggravanti se i reati sono commessi in contesti come spettacoli illegali o combattimenti.
Questa riforma ha segnato un cambio di paradigma: gli animali sono ora considerati esseri senzienti degni di tutela.

L’Unione Europea ha svolto un ruolo cruciale nella protezione degli animali. Il Trattato di Lisbona (2009) ha riconosciuto ufficialmente gli animali come esseri senzienti, imponendo agli Stati membri di tenere conto del loro benessere nelle politiche agricole, di pesca e nei trasporti.
L’Italia ha recepito tali norme, integrandole nel proprio ordinamento e adottando ulteriori misure, come il divieto di allevamento per pellicce e il potenziamento delle attività di vigilanza.

L’evoluzione normativa riflette una crescente sensibilità verso il rispetto degli animali, ma le sfide restano. L’armonizzazione delle normative tra i vari Paesi Europei e il rafforzamento delle pene, sono necessari per garantire una protezione uniforme ed efficace.







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